Spesa farmaceutica che aumenta e sottofinanziamento della sanità: una miscela esplosiva per la salute
20 MAR -
Gentile direttore,
l’andamento della spesa farmaceutica rappresenta una grande criticità per la sostenibilità dei sistemi sanitari pubblici. In Italia, da gennaio ad ottobre del 2024, si è registrato un aumento di 1 miliardo e 373milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le cause alla base dell’incremento della spesa farmaceutica sono molteplici. Negli ultimi anni Aifa ha autorizzato un numero importante di farmaci ad alto costo, che hanno aperto nuove frontiere di cura per numerose patologie. Grazie alle terapie innovative, molte persone oggi possono contare su aspettative di vita più lunghe.
Un fatto positivo per la salute delle persone, che però dovrebbe essere accompagnato dall’aumento del fondo sanitario nazionale e da un governo più incisivo dei diversi fattori che determinano la spesa farmaceutica. C’è sicuramente un ambito di attività che compete alle regioni nel promuovere l’appropriatezza e, come Toscana, ci stiamo lavorando con grande determinazione, ma ci sono elementi che esulano dalla sfera di influenza regionale e che possono essere aggrediti solo con strategie nazionali improntate alla sostenibilità del sistema.
Al contrario il Governo nazionale, negli ultimi mesi, ha approvato una serie di norme contenute nella Legge di bilancio che incidono negativamente sui conti dei sistemi sanitari.
Tra queste c’è la nuova remunerazione delle farmacie private convenzionate e la revisione del canale di distribuzione di alcuni farmaci, che passano dalla distribuzione per conto alla distribuzione convenzionata. Così come l’aumento del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti, che è passato dall’8 all’8,5 per cento, determinando un innalzamento della soglia oltre la quale le aziende sono chiamate a versare il payback alle regioni.
Già a novembre scorso quando la Commissione Salute è stata chiamata a valutare con enorme ritardo il Piano di attività di Aifa per il 2024, come Toscana abbiamo segnalato numerose criticità sulla proposta dell’Agenzia in materia di governo della spesa farmaceutica. Abbiamo fatto diversi rilievi, tra cui la decisione di riclassificare le gliptine da farmaci A-PHT a farmaci in classe A, senza consultare le regioni e senza verificare l’aggravio per la spesa pubblica. Decisione per la quale abbiamo anche fatto ricorso al TAR. Ad oggi inoltre non sappiamo ancora niente del Piano di attività di Aifa 2025 e non c’è stato alcun confronto a riguardo.
Nella strategia di governo della spesa farmaceutica ritengo che Aifa debba tener conto di diversi punti a partire dalla revisione del Prontuario nazionale, al fine di eliminare i farmaci obsoleti, uniformare i prezzi di quelli sovrapponibili e aprire alla sostituzione dei farmaci biosimilari. Si dovrebbe ragionare sulla rimborsabilità dei nuovi farmaci solo a fronte di un reale vantaggio terapeutico oppure riconoscere un minor prezzo per quei farmaci basati su studi di non inferiorità. Sarebbe necessaria anche un’analisi dei registri di Aifa e l’inserimento di una previsione di spesa nel monitoraggio che produce l’agenzia, così da avere un ulteriore strumento di programmazione a disposizione.
Sul governo della spesa farmaceutica si gioca una parte rilevante della tenuta e della prospettiva dei sistemi sanitari a carattere universalistico. Lo dico chiaramente: occorre dare centralità all’interesse pubblico e assumere iniziative tempestive e incisive.
Ritengo urgentissimo che il Governo convochi un tavolo, insieme ad Aifa e alle regioni, per discutere su misure strutturali in materia di spesa farmaceutica.
Il combinato disposto tra sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale e crescita fuori controllo della spesa per i farmaci può determinare una miscela esplosiva per la garanzia del diritto alla salute nel nostro Paese.
Simone Bezzini
Assessore al diritto alla salute Regione Toscana
20 marzo 2025
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