Una locomotiva dell’hi-tech farmaceutico. La Toscana con 11 miliardi di euro di export, pari al 21% del totale nazionale, ha raggiunto nel 2024 un traguardo di assoluto rilievo nel panorama dell’industria farmaceutica italiana. Un risultato che colloca la Regione al vertice della classifica nazionale per incidenza delle esportazioni farmaceutiche, che rappresentano oltre il 90% dell’export hi-tech toscano. E con una crescita vertiginosa: le esportazioni sono infatti quadruplicate negli ultimi cinque anni, grazie alla presenza di realtà produttive di respiro internazionale, a capitale italiano ed estero.
Il roadshow Farmindustria: Pisa al centro del dibattito L’occasione per fare il punto sul ruolo strategico della Toscana è stata offerta dal roadshow “Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere” promosso da Farmindustria e ospitato presso i Laboratori Guidotti di Pisa, azienda entrata a far parte del Gruppo Menarini nel 1983. Un percorso partito dodici anni fa che ha toccato, oltre alla stessa Toscana, molti altri territori (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia e Sicilia).
L’iniziativa ha riunito a Pisa rappresentanti istituzionali e dell’industria, tra cui il Sottosegretario al Ministero della Salute Marcello Gemmato, i vertici di Farmindustria, il presidente Marcello Cattani, il presidente di Aifa, Robert Nisticò, Lucia Aleotti Azionista e Membro del CdA Menarini, Andrea Giacomelli, Presidente Federfarma Toscana e Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana.
L’impatto occupazionale e la spinta alla ricerca Con 15 siti produttivi e 13 centri di ricerca distribuiti tra Firenze, Siena, Pisa e Lucca - tra le prime 30 province italiane per export e occupazione nel settore - la Toscana si conferma un hub strategico per la farmaceutica, secondo solo ai comparti tradizionali dell’economia regionale, come tessile e abbigliamento.
Il sistema farmaceutico toscano conta oggi 8mila addetti, cui si aggiungono 9.400 lavoratori dell’indotto. Ma a spiccare è la componente dedicata alla Ricerca & Sviluppo: oltre 1.100 addetti, pari al 15% del totale nazionale, conferiscono alla regione il terzo posto in Italia per occupazione in R&S. Un dato che sommato agli investimenti annuali superiori ai 300 milioni di euro nel solo territorio regionale, collocano la Toscana, con l’elevata specializzazione in R&S e il suo modello, come benchmark nazionale per uno sviluppo sostenibile, innovativo e competitivo dell’industria farmaceutica.
Un settore strategico per l’Italia “La Toscana è un fiore all’occhiello dell’industria farmaceutica in Italia – dichiara Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria – aziende a capitale nazionale, altamente internazionalizzate, aziende a capitale estero, con una chiara identità italiana, PMI all’avanguardia; stabilimenti di produzione che esportano in tutto il mondo, centri di ricerca che collaborano sinergicamente anche con strutture pubbliche in una logica di open innovation. Un esempio di eccellenza di un settore di eccellenza”.
Non è un caso, ricorda Cattani, che l’export farmaceutico generato nella Regione sia un quinto di quello totale made in Italy, un settore che nel 2024 ha raggiunto i 56 miliardi di produzione di cui 54 di export e un saldo commerciale positivo con l’estero di oltre 21 miliardi per farmaci e vaccini. “L’industria farmaceutica italiana – ha aggiunto Cattani – con 71mila addetti (+8% in cinque anni), di cui circa metà donne e un numero crescente di giovani, investimenti di 4 miliardi di euro sul territorio in produzione e ricerca, si configura come una realtà trainante per la crescita dell’intera economia e di ogni singolo territorio.
Verso una strategia nazionale per le Life Sciences Cattani ha quindi lanciato un appello per la definizione di una strategia nazionale sulle le life sciences che modernizzi la governance della spesa farmaceutica e incentivi gli investimenti. “Solo così – sottolinea – si potranno affrontare le sfide di un mondo nuovo, con un’industria farmaceutica in grado di rispondere alla domanda di salute, di crescita e di sicurezza. Siamo al fianco del Governo e di quelle realtà regionali e locali che vogliono recuperare il terreno perduto per giocare un ruolo di primo piano in uno scenario internazionale sempre più competitivo”.
Insomma, suggerisce il presidente di Farmindustria, in un contesto globale segnato da forti turbolenze geopolitiche e concorrenza internazionale, l’Italia può giocare un ruolo di primo piano rafforzando l’interconnessione tra imprese, sistema sanitario e politica industriale. “Possiamo essere protagonisti, e noi vogliamo esserlo” ha chiosato.
E.M.