Salute dentale. Allarme Odontoiatri di Firenze: “Solo il 5-7% delle cure garantito dal Ssn"
Il presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze, Valerio Fancelli, propone l’apertura di un tavolo nazionale di confronto tra Ordini, università, istituzioni e associazioni professionali. E con Alexander Peirano (Andi Firenze), avverte: “L'incrocio con strategie commerciali sempre più aggressive e l’uso disinvolto di nuove tecnologie può aumentare le fratture sociali”.
24 GIU - “Solo il 5-7% delle prestazioni odontoiatriche è oggi garantito dal Servizio Sanitario Nazionale. Un dato che, incrociato con strategie commerciali sempre più aggressive e con un utilizzo delle tecnologie che va governato, rischia di allargare la frattura tra chi può permettersi cure private e chi no. Troppo spesso si assiste a aperture di strutture che attirano pazienti con marketing suggestivo per poi lasciarli senza denti e senza i soldi finiti alle finanziarie”. A lanciare l’allarme è
Valerio Fancelli, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze, che propone l’apertura di un tavolo nazionale di confronto tra Ordini, università, istituzioni e associazioni professionali.
“L’odontoiatria è un presidio fondamentale per la salute dei cittadini data anche la correlazione tra le patologie orali e alcune patologie sistemiche – spiega Fancelli –, ma la professione è chiamata oggi a una riflessione profonda: sulle condizioni di accesso dei giovani, sul ruolo del pubblico, sull’impatto delle nuove tecnologie e sulla sostenibilità del modello attuale. Molti neolaureati scelgono di lavorare come collaboratori in strutture organizzate o società di capitale, rinunciando all’apertura di uno studio autonomo con il rischio che il modello capillare di servizio alla cittadinanza venga meno. Le opportunità nel sistema pubblico sono poche e questo, nel tempo, rischia di accentuare le disuguaglianze”.
Per questo motivo, per Fancelli, “sarebbe auspicabile che le Istituzioni Regionali e Nazionali rivedessero ad esempio i criteri di accreditamento di strutture private al fine di consentire, pur mantenendo una rigidità sul controllo qualità, un vero partenariato pubblico-privato che assolva la necessità di cure su alcune fasce di popolazione e/o su alcuni progetti di salute. Il comparto privato della odontoiatria è disponibile con ampio senso di responsabilità, ma occorre un passaggio di revisione normativa urgente o una deroga attuativa.”.
Un ulteriore richiamo riguarda l’evoluzione del mercato e delle modalità comunicative. “Le tecnologie sono uno strumento prezioso, ma non possono sostituire il ragionamento clinico né diventare il fulcro di campagne pubblicitarie aggressive – conclude Fancelli –. Al centro devono restare la formazione, l’etica e il rapporto medico-paziente”.
Una posizione condivisa da Alexander Peirano, presidente di ANDI Firenze: “La nostra è una professione medica a tutti gli effetti e come tale va tutelata. Non possiamo accettare che logiche esclusivamente commerciali prevalgano sull’approccio clinico. È il momento di avviare un confronto serio e costruttivo sul futuro della professione, senza rinunciare ai valori fondanti della medicina”.
24 giugno 2025
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