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Infermieri di comunità al servizio delle scuole. È la proposta dell'Opi Grosseto

L’idea poggia sugli esiti di una indagine condotta da prima dell’emergenza Covid in un istituto della provincia. “È emerso che il 100% dei docenti intervistati era favorevole all’inserimento di un infermiere scolastico all’interno del proprio istituto”, spiega Nicola Draoli, presidente dell’Opi, secondo il quale “potremmo strutturare dei modelli per mettere a disposizione degli insegnanti dei professionisti ai quali rivolgersi in caso di dubbi e difficoltà”. LO STUDIO

29 LUG - Il rientro a scuola dei bambini è uno dei temi su cui le istituzioni, a più livelli, si stanno interrogando. Anche l’Ordine degli infermieri di Grosseto vuole dare il proprio contributo. La proposta è quella di mettere gli infermieri di comunità a servizio delle scuole.

“I bambini in età prescolare e scolare - spiega l’Opi in una nota - sono soggetti a una serie di disturbi influenzali, dal raffreddore alla tosse, dalla dissenteria alla congiuntivite, che non hanno niente a che vedere con il Covid, ma che, se presenti, potrebbero mettere in difficoltà il personale preposto al triage dei piccoli che dovranno frequentare gli istituti. Pensare di limitare l’accesso ai bambini di fronte a uno solo di questi sintomi renderà le aule spesso vuote, quindi è necessario, a nostro parere, individuare delle modalità di triage più dettagliato e facilitare il compito alla scuola e alle famiglie”.

Ma nell’idea di collaborazione proposta dall’ordine non rientrano solo gli infermieri, ma anche pediatri di libera scelta, “perché è proprio nella compenetrazione di competenze e professioni che si può creare un vero patto per la salute”, spiega il presidente dell’Opi di Grosseto, Nicola Draoli. Per questo l’Ordine si mette a disposizione delle amministrazioni per dare vita a progetti veri e propri. "Abbiamo già proposto incontri ad alcuni amministratori della Provincia, perché mettersi al lavoro subito, insieme, significa essere pronti per sostenere le scuole in autunno, quando probabilmente varie forme di influenza si presenteranno”, afferma Draoli.

La proposta dell’Opi di Grosseto poggia, tra l'altro, sugli esiti di una indagine condotta prima dell’emergenza Covid in un istituto della provincia da alcuni infermieri iscritti all’Ordine. "Dalla ricerca, che indagava diversi aspetti – spiega Nicola Draoli, presidente dell’Opi –  è emerso che il 100% dei docenti intervistati era favorevole all’inserimento di un infermiere scolastico all’interno del proprio istituto. Le motivazioni alla base di questa risposta sono state varie: dall’assistenza ai soggetti con patologia cronica, alla capacità di intervento in caso di emergenza, passando per la presenza di una persona qualifica a cui rivolgere domande e chiedere consigli, possibilità di formare docenti e ragazzi in ambito sanitario"

“Crediamo – aggiunge Draoli – che l’infermiere di famiglia e comunità potrebbe soddisfare queste necessità, senza essere una figura fissa all’interno della scuola. Potremmo strutturare dei modelli per mettere a disposizione degli insegnanti dei professionisti ai quali rivolgersi in caso di dubbi e difficoltà”. L’nfermiere di comunità è una figura su cui il cosiddetto decreto “Rilancio”, convertito in legge (n.77/2020), investe stanziando fondi per le assunzioni: si parla di 8 professionisti ogni 50mila abitanti: “E questo – continua Draoli – significa che nella nostra provincia saranno 36 le nuove assunzioni dedicate a questo tipo di servizio”.

29 luglio 2020
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