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Partono i lavori degli Stati generali della salute

In Commissione sanità al via le audizioni. Giani: “A distanza di 5 anni dalla legge che ha riorganizzato la sanità interrogarsi è necessario, lo era prima e lo è tanto più alla luce della pandemia”. I dati forniti dal Mes e da Ars dimostrano che “la sanità toscana nel 2020 ha retto, ma l’impatto del Covid è stato forte e avrà effetti anche in futuro”. In calo, ad esempio, il numero degli screening per tumore. Avviata anche una consolazione online aperta ai cittadini.
 

21 MAG - Sono partiti ieri, in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), le audizioni per gli Stati generali della salute, che delineeranno le politiche per la sanità in Toscana nei prossimi anni. “Abbiamo avviato un lavoro sinergico tra Giunta e Consiglio, un momento di riflessione che porterà a prendere decisioni sull’organizzazione del sistema sanitario regionale e per la salute di tutti i cittadini della Toscana – sono state le parole Sostegni riprese in una nota diramata dal Consiglio regionale -. Vogliamo operare un’analisi a 360 gradi su tutti i determinanti di salute e ascoltare tutti i toscani: il portale rimarrà aperto per accogliere ogni contributo. Ma la riflessione deve essere più possibile legata a un’analisi fattuale della situazione toscana, basandoci su dati aggiornati che descrivano la salute dei cittadini e le performance del sistema, per arrivare a proposte concrete”.

Il percorso partecipativo per gli Stati generali della salute prevede infatti anche la consultazione online sul sito web del Consiglio regionale, inaugurata il 13 maggio,  che verterà su tematiche specifiche, tra le quali l’organizzazione delle aziende e della rete ospedaliera, i rapporti con le articolazioni del territorio (Case della salute, Zone distretto, Sds), il sistema dell’emergenza urgenza, la prevenzione, l’innovazione tecnologica, il ruolo del “capitale umano”, le politiche per la non autosufficienza, il ruolo del terzo settore. Fino al 30 giugno 2021 sarà possibile lasciare contributi e riflessioni.

Apprezzamento per il percorso deciso è stato espresso dal presidente della Giunta regionale Eugenio Giani. Per Giani “a distanza di cinque anni dalla legge che ha riorganizzato la sanità toscana interrogarsi su quelle che possono essere le integrazioni, le modifiche e le conferme da fare mi sembra necessario, lo era prima e lo è tanto più adesso alla luce di quanto accaduto con la pandemia. L’emergenza ha dimostrato il vantaggio di avere poche grandi Asl, ma dobbiamo valorizzare le presenze sul territorio, rivedere i distretti e i loro poteri, provvedere ad aggiornare la normativa. La commissione Sanità si appresta a fare un lavoro istruttorio che sarà prezioso per la Giunta”.

Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha sottolineato come “allargare la partecipazione ai cittadini, soprattutto per le decisioni in un settore che impiega la stragrande maggioranza delle risorse regionali, sia fondamentale e abbia un grande valore politico”.

“La pandemia – ha aggiunto Mazzeo - ha messo in luce debolezze su cui dobbiamo riflettere, come dobbiamo riflettere sull’impiego delle risorse del Pnrr, partendo da un principio cardine: offrire lo stesso servizio sanitario a chi vive nelle grandi città come a chi vive nei piccoli paesi. Dobbiamo investire ancora su un livello di governance intermedio, rafforzare i dipartimenti, agire per la parità di genere visto che i numeri delle figure apicali sono ancora squilibrati, ridurre le liste di attesa”. “Importante ridurre la burocrazia anche attraverso le nuove tecnologie – ha concluso il presidente del Consiglio – e arrivare ad avere un sistema informativo regionale unico, sviluppando l’accesso ai servizi con nuovi mezzi informatici”.


L’assessore alle Politiche sociali Serena Spinelli ha spiegato che “alcuni dati sono emersi chiaramente con l’emergenza Covid. Primo, il sistema ha retto perché ha differenziato i modi con cui i malati sono stati assistiti, non solo in ospedale ma anche con un’importante organizzazione territoriale. Secondo, dobbiamo investire sempre di più nelle reti territoriali per riuscire a prendere in carico adeguatamente le persone fragili. Terzo, il sistema toscano prevede un modello con una serie di valutazioni che devono portare a stabilire cure individuali ed è un modello che va bene ma che va rafforzato, c’è bisogno di più personale”. “Il sociale – ha concluso Spinelli – non può essere riparatore di toppe, ma deve avere un ruolo proattivo per evitare l’esplosione dei bisogni”.

Anche l’assessore alla Sanità Simone Bezzini ha fornito alcuni spunti, a partire dal fatto che “deve essere chiaro che dopo la pandemia non si può tornare indietro, non si può tornare alla normalità ma casomai a una nuova normalità, occorrono un grande sforzo di innovazione e un grande progetto per la salute dei toscani”. Sottolineando come “tutti i dati dimostrano che la Toscana ha avuto una buona capacità di resilienza” Bezzini ha elencato una serie di sfide da affrontare. Prima di tutto, “pensare a quello che succederà dall’autunno in poi, perché dovremo organizzare la convivenza con il Covid come fenomeno endemico a bassa e media intensità, non ci potrà più essere una sanità Covid e una no Covid”. Ancora, molte esperienze sviluppate in questi mesi non vanno cancellate, mentre occorrerà trovare nuovi punti di equilibrio “perché nel 2020 il sistema sanitario ha assunto moltissimo, soprattutto infermieri”. Così come “va fatto il tagliando all’apparato normativo” e si devono attrarre le risorse del Pnrr “strutturando le politiche sanitarie del futuro”.

Una fotografia della situazione è stato fornita attraverso la relazione sulla performance della sanità toscana del Mes della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e dalla relazione dell’Agenzia regionale di sanità in merito alla salute e al welfare in Toscana.

Milena Vainieri, per il Mes, ha messo in luce che la Toscana ha dimostrato una “buona capacità di resilienza” rispetto all’emergenza. Il Mes ha valutato il sistema regionale nel 2020 avvalendosi di circa 700 indicatori. “Ne risulta - sintetizza la nota del Consiglio regionale -che la Toscana, per tutta una serie di interventi come il tumore alla mammella o alla prostata, così come per le visite specialistiche, ha registrato una diminuzione in fase di pandemia ma si colloca in buona media rispetto alle altre regioni italiane. Il trend 2019-2020 degli indicatori di valutazione dimostra un miglioramento nel 41,22% dei casi, una stabilità nel 22,3%, un peggioramento nel 36,49%”.

I numeri delineati dal direttore generale di Ars Lucia Turco e dai suoi collaboratori delineano una Toscana sempre più anziana, in cui crescono le malattie croniche. Per quanto riguarda il Covid, nel 2020 l’incidenza dei casi risulta maggiore nelle classi più giovani, soprattutto 11-19 anni. I ricoveri sono stati 13.798; il picco è stato raggiunto il 21 marzo 2020 per la prima ondata, con 151 ricoveri, e il 10 novembre per la seconda ondata, con 209 ricoveri. Per quanto riguarda le attività oltre al Covid, il numero dei ricoveri per chirurgia programmata è diminuito del 21,9 per cento rispetto al 2019, così come sono diminuiti gli accessi al pronto soccorso (-33%) con un forte calo, del 30%, anche per il codice rosso.

In calo anche il numero degli screening, “su cui tuttavia la Toscana può vantare dati migliori rispetto alla media italiana: ad esempio, le mammografie sono diminuite dell’11% in Toscana e del 26,6% in Italia”. Tutti i dati, hanno messo in rilievo i tecnici di Ars, “ci dicono che l’impatto complessivo del Covid, diretto e indiretto, sullo stato di salute e sui servizi si potrà veramente misurare solo nei prossimi tempi”.

21 maggio 2021
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