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Italia Viva boccia la bozza del Piano Sanitario Regionale


“Anche l’ottima (e antica) idea di costruire un IRCCS in questa regione, che oggi può essere realtà perché finanziabile con il PNRR, occupa soltanto una menzione di mezzo rigo. La riorganizzazione del territorio, con la positiva informatizzazione, l’adozione del fascicolo Sanitario Elettronico, la telemedicina è finanziabile con il PNRR nazionale. Ma risente della contrazione dei Distretti, di una eccessiva spersonalizzazione organizzativa e manca della concretezza necessaria alla sua realizzazione”.

22 NOV - “No, non è il taglio dei Distretti Sanitari da 12 a 5 la cosa più grave della Bozza di Piano Sanitario Regionale preadottato dalla Giunta regionale il 17/11/2021. Anche se è singolare che proprio mentre si punta allo sviluppo del territorio, l’Umbria pensi a tagliare proprio i Distretti Sanitari. E la catena di comando, tra l’altro, viene allungata con i coordinatori di distretto. La cosa più sconcertante è il vuoto assoluto del Piano”. Lo dichiara Nicola Preiti, Coordinatore Provinciale di Italia Viva Perugia e membro dell’Assemblea Nazionale.

“La mancanza di una analisi dettagliata della situazione attuale del sistema sanitario regionale e delle sue criticità – prosegue Preiti -. L’assenza degli obiettivi della programmazione sanitaria. L’incapacità di concretizzare il proficuo utilizzo delle risorse del PNRR. L’omissione di interi settori di intervento sanitario. Qualche spunto accademico interessante c’è, ma manca sempre la definizione dell’obiettivo, la relativa programmazione (chi, come, dove, quando). E questa sarebbe la funzione propria di un Piano Sanitario”.

“Risulta evidente che i progetti contenuti nella bozza di PSR non sono coerenti con il PNRR nazionale - ha precisato Preiti - Lo avevamo già denunciato confrontando il PNRR regionale con quello Nazionale. I pochi obiettivi, parzialmente ripresi, sono inadeguati e confusi, senza concretezza. E questo fa perdere risorse all’Umbria. Ad esempio il Piano nazionale prevede una organizzazione territoriale basata sulla realizzazione di 1288 Case di Comunità, praticamente se ne possono realizzare 1 ogni 33 mila abitanti circa, e dice cosa deve esserci dentro e quali servizi devono garantire”.

“Il nostro PSR dice che in Umbria ce ne sono 4 e si pensa alla ‘costruzione di ulteriori strutture da distribuire sul territorio regionale’. Non dice né quante , né dove, né come. Che programmazione è? Si sappia che in Umbria ne mancano 19. E sono finanziabili. Anche gli Ospedali di Comunità vengono ridimensionati rispetto al Piano nazionale: da 20/40 PL sono ridotte a 15/20 PL e prevedono una semplice riorganizzazione delle RSA. Il punto è che in Umbria se ne dovrebbero avere circa 18 con i parametri nazionali e quindi ne mancano 6. Anche in questo caso, comunque, non si dice dove quando e come saranno realizzate”, ha proseguito il Coordinatore.

“Inoltre – continua l’esponente di Italia Viva - manca proprio la definizione della rete ospedaliera, del sistema che si vuole realizzare, dei posti letto necessari, della loro tipologia, della loro specifica funzione e collocazione. Hai voglia a tranquillizzare tutti gli ospedali periferici se poi non chiarisci il loro destino nel fondamentale documento di programmazione. Ma questa mancata definizione vale anche per le grandi aziende ospedaliere: non ci sono i progetti per l’ammodernamento tecnologico, per la digitalizzazione dei DEA, per la definizione dei posti letto. Anche l’ottima (e antica ) idea di costruire un IRCCS in questa regione, che oggi può essere realtà perché finanziabile con il PNRR, occupa soltanto una menzione di mezzo rigo. La riorganizzazione del territorio, con la positiva informatizzazione, l’adozione del fascicolo Sanitario Elettronico, la telemedicina è finanziabile con il PNRR nazionale. Ma risente della contrazione dei Distretti, di una eccessiva spersonalizzazione organizzativa e manca della concretezza necessaria alla sua realizzazione”.

Oltre a questi gravi limiti, il rappresentante provinciale di Italia Viva Perugia ha sottolineato che “mancano completamente interi settori sanitari , ad esempio tutta la sanità privata, le politiche di genere, della tutela della donna, la marginalità, la definizione organizzativa della residenzialità, la salute mentale, la Riabilitazione (eppure, ad esempio, nel capoluogo di regione non c’è neanche un posto letto di Riabilitazione). Oggi, contrariamente al passato, abbiamo una quantità di risorse eccezionale ed irripetibile che ci può consentire di modernizzare e cambiare il volto del nostro sistema sanitario regionale. Dobbiamo solo saperli spendere”.

“Italia Viva farà proposte puntuali e dettagliate di modifica del documento, ma è necessaria – ha concluso Preiti – una consapevolezza di tutte le forze politiche (anche di quelle di maggioranza) , sociali e professionali, sull’importanza di questo passaggio che riguarda da vicino tutti i cittadini e la tutela della loro salute. Se non si coglie l’opportunità del PNRR Nazionale e non si adegua questo Piano, la sanità umbra non ha futuro”.

22 novembre 2021
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