Sanità umbra in profondo rosso: deficit da 90 milioni di euro. Proietti: “Sconvolti dai numeri, valuteremo misure”. Barcaioli: “Ecco i danni della destra”
Solo le 4 Asl hanno registrato un buco di oltre 243 mln compensato dal risultato positivo della Gestione Sanitaria Accentrata regionale pari a 153 mln. Proietti: “Immaginavamo un conto in rosso profondo ma numeri di questa proporzione ci hanno letteralmente sconvolto”.
18 MAR -
La sanità umbra in profondo rosso. Nel 2024 il risultato economico del consolidato regionale della sanità è negativo per -90 mln; in particolare il disavanzo delle 4 aziende del Servizio sanitario regionale pari a -243 mln e il risultato positivo della Gestione Sanitaria Accentrata regionale pari a 153 mln. Il dato emerge dalla “relazione sullo stato dei conti del sistema sanitario regionale” che la Giunta Regionale, guidata da Stefania Proietti, dopo aver analizzato i bilanci delle aziende sanitarie, ha commissionato a un ente di terza parte per avere un riscontro di verifica indipendente.
Negli ultimi anni - si legge in una nota della Regione - il sistema sanitario della Regione Umbria ha mostrato evidenti criticità nel conseguimento dell’equilibrio economico finanziario – è riportato nel documento - peraltro evidenziate dal Ministero dell’economia e delle finanze, già dal rendiconto 2021 in sede di verifica dei conti cui la Regione è sottoposta ai sensi della normativa vigente (Verbale MEF del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti Regionali del 16 novembre 2022).
L’assenza di qualsiasi manovra di efficientamento da parte dell’amministrazione regionale negli anni dal 2020 ad oggi ha comportato di fatto un trend in costante peggioramento dei conti. Che è andato di pari passo con un peggioramento delle prestazioni del sistema caratterizzato da una serie di criticità che hanno riguardato sia la sua sostenibilità economica, sia un graduale peggioramento della mobilità sanitaria interregionale, con un aumento della quota di cittadini umbri che si recano presso altre regioni per usufruire di servizi sanitari (mobilità passiva) e una diminuzione di cittadini di altre regioni che vengono a farsi curare da fuori (mobilità attiva): la Regione Umbria negli ultimi 5 anni è diventata maglia nera per mobilità passiva a livello nazionale (fonte Agenas) con il 23,9% di incremento di costi dovuti a chi si reca fuori regione per curarsi.
Dal punto di vista della sostenibilità economica, nel 2024 il risultato economico del consolidato regionale della sanità è negativo per -90 mln; in particolare il disavanzo delle 4 aziende del Servizio sanitario regionale pari a -243 mln e il risultato positivo della Gestione Sanitaria Accentrata regionale pari a 153 mln. Quindi il sistema sanitario umbro conferma anche nel 2024 un trend economico negativo che si rileva già da alcuni anni e, in particolare, dal 2020 in poi (fino all’anno 2019 la situazione del Ssr era di sostanziale equilibrio). Si rileva quindi un aumento significativo e più che proporzionale dei costi sostenuti per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza rispetto all’incremento del fondo sanitario regionale, che mette in evidenza un disavanzo economico strutturale del Sistema Sanitario Regionale umbro negli ultimi 5 anni. La copertura dei suddetti disavanzi è avvenuta, a partire dal 2020, tramite il ricorso a risorse di natura non ordinaria e non ripetibile (risorse derivanti da emergenza sanitaria Covid-19, componenti straordinarie positive, ripiano dello sforamento della spesa farmaceutica, etc.), erodendo talvolta anche risorse regionali, da qui il richiamo del Mef avvenuto già a novembre 2022.
E’ in corso un approfondimento tecnico riguardante le contabilizzazioni operate negli anni dalle Aziende del Sistema Sanitario Regionale anche con riferimento al fondo di dotazione, per il quale è emerso che la precedente amministrazione regionale non ha adempiuto alla necessaria riclassificazione e copertura, più volte richiesta dal Mef negli ultimi anni e anche in data 26 novembre 2024 (ultimo tavolo tecnico del Mef prima dell’insediamento della giunta Proietti) con un ulteriore impatto negativo ulteriore stimato in circa – 39 milioni di euro cui trovare copertura.
“Appena ci siamo insediati – ha spiegato la presidente
Stefania Proietti, che ha mantenuto la delega alla sanità – abbiamo annunciato un’operazione verità sui conti della sanità, affidando a un ente di parte terza la verifica sullo stato di salute dei bilanci delle quattro aziende sanitarie e del Sistema Sanitario Regionale”. L’esito dei controlli ha portato a un ingente disavanzo delle aziende verificato in oltre 243 milioni di euro, che solo grazie al risultato positivo della gestione accentrata regionale porta al risultato economico del consolidato regionale della sanità che è negativo per -90 mln. Una cifra enorme che ad oggi è assolutamente impossibile ripianare con il bilancio regionale, per di più gravato dal taglio di 40 milioni nei trasferimenti verso la nostra regione da parte del Governo.
“Immaginavamo un conto in rosso profondo – continua Proietti – ma numeri di questa proporzione ci hanno letteralmente sconvolto. Abbiamo deciso, come promesso, di rendere nota la situazione perché si tratta di essere trasparenti, di essere coerenti con quanto annunciato quando abbiamo cominciato a governare e raccontare la verità dei fatti. Ora insieme alla giunta valuteremo gli strumenti da adottare da un lato per risanare i conti del sistema sanitario e dall’altro per garantire i servizi e la sanità pubblica ai cittadini umbri”.
L’assessore regionale al Welfare,
Fabio Barcaioli, interviene sullo stato della sanità umbra denunciando le criticità ereditate dalla precedente amministrazione e l’urgenza di riportare trasparenza e rigore nella gestione del sistema sanitario regionale. “I numeri parlano chiaro - spiega Barcaioli - Le quattro aziende sanitarie umbre hanno accumulato un disavanzo di 243 milioni di euro, con un bilancio consolidato della sanità regionale negativo per 90 milioni. Dal 2020 i conti sono progressivamente peggiorati, senza che l’amministrazione di centrodestra prendesse provvedimenti concreti per invertire la rotta. Non solo il deficit è esploso, ma il servizio sanitario è stato lasciato in condizioni critiche con liste d’attesa insostenibili, pronto soccorso sotto pressione, mobilità passiva in forte aumento. L’Umbria, un tempo modello di efficienza, oggi è la regione con la peggiore crescita della mobilità passiva a livello nazionale, con un incremento del 23,9 per cento dei costi per le cure fuori regione”.
“Il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva già segnalato le gravi criticità della sanità umbra nel 2021 e nel 2022 - prosegue Barcaioli - richiamando la Regione alla necessità di un intervento strutturale. Nonostante questo, la giunta precedente ha ignorato gli allarmi, preferendo coprire i buchi con risorse straordinarie e una gestione contabile discutibile. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nel 2024 il Mef ha certificato ulteriori irregolarità per 39 milioni di euro, lasciando sulle spalle della nuova amministrazione un’eredità ancora più pesante. Hanno amministrato la sanità umbra senza visione e senza programmazione. Il risultato è stato un disastro, con i conti in frantumi e le risorse disperse. Ma la sanità pubblica non può essere trattata con leggerezza. Oggi ci troviamo a raccogliere i cocci di questa gestione e a riportare ordine e responsabilità in un settore che riguarda la vita e la salute di tutti. La sanità non può restare un labirinto di attese e soluzioni d’emergenza - conclude l’assessore - serve una svolta chiara e coraggiosa, perché il diritto alla salute venga garantito a tutti, senza compromessi”.
18 marzo 2025
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