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Ospedale di Terni. La Regione: “Nessun depotenziamento in nuovo Piano sanitario”


L’assessore Barberini in audizione nella Commissione Salute del Comune di Terni. ”L'Ao di Terni è un fiore all’occhiello della sanità umbra e continueremo a investire per il suo sviluppo”, ha rassicurato Barberini. L'assessore ha poi evidenziato: “Dal 2013 al 2018 c’è stato un incremento di oltre 90 operatori. Entro giugno verranno coperti tutti i primariati. Nel nuovo fabbisogno di personale l’Asl di Terni è stata autorizzata ad assumere 122 nuove figure”.

28 GEN - “Il nuovo Piano sanitario regionale non toccherà minimamente l’organizzazione della struttura ospedaliera di Terni e non comporterà alcun depotenziamento dei servizi. Pertanto le rilevazioni fatte, da più parti in questi giorni, in maniera del tutto strumentale, non trovano alcun fondamento, anche perché il nuovo strumento di programmazione sanitaria, ad oggi, non è stato ancora definito né esiste alcuna bozza preadottata dalla Giunta regionale”. Lo ha detto Luca Barberini, assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare della Regione Umbria, nel corso di un’audizione nella Commissione Salute del Comune di Terni, sui temi della sanità locale.

“L’Azienda ospedaliera di Terni - ha evidenziato - rappresenta un fiore all’occhiello della sanità umbra e continueremo a investire risorse per il suo sviluppo, per la valorizzazione dell’alta specialità e per la realizzazione della Città della Salute”.

In questo quadro, spiega una nota della Regione che fa il punto sull'audizione, l’assessore ha fornito alcuni numeri relativi all’attività e al personale del presidio ospedaliero di Terni. “Rispetto al 2013 - ha spiegato - alla fine del 2018 c’è stato un incremento di oltre 90 operatori. Entro il prossimo giugno verranno coperti tutti i primariati e abbiamo recentemente approvato il nuovo fabbisogno di personale delle quattro Aziende sanitarie regionali e quella di Terni è stata autorizzata ad assumere 122 nuove figure, il numero maggiore di tutte”.

“Sono proseguiti - ha continuato - gli interventi di adeguamento strutturale e impiantistico e le procedure di acquisto delle nuove tecnologie, con un investimento complessivo di oltre 11 milioni di euro. Grazie a lavori realizzati di recente, sono state realizzate due nuove sale ibride angiografiche, con il blocco operatorio che passerà da 10 a 12 sale, con la possibilità di aumentare l’attività del 20 per cento. Sono stati completati i lavori del pronto soccorso, con un ampliamento del triage e degli ambulatori. Sono stati spostati e migliorati la Pediatria e la Radiologia. Sono aumentati gli interventi in elezione, cioè programmati, e l’attività è passata da 126 milioni a oltre 130 milioni di euro. L’indice di attrazione extra regionale dell’Azienda ospedaliera di Terni è superiore a un quinto dell’attività complessivamente prestata. I numeri snocciolati - ha sottolineato ancora Barberini - confermano l’attenzione verso l’Azienda ospedaliera di Terni ed è folle pensare che vogliamo fare a meno del contributo fondamentale di questa realtà”.

L’assessore ha quindi chiarito la questione dell’organizzazione dell’Alta specializzazione: “Con il nuovo Piano sanitario regionale, rispetto al quale non ci sono ancora atti formali ma solo bozze di appunti frutto del lavoro dei 15 a Tavoli tematici, nulla cambierà sia per Terni sia per Perugia. L’organizzazione della rete ospedaliera resterà la stessa, con cinque ospedali di emergenza-urgenza e due Aziende ospedaliere. Poiché l’Umbria è una piccola realtà e, in alcune situazioni, non riusciamo ad avere numeri adeguati, proporremo maggiore collaborazione tra le strutture, con le equipe di alta specialità che avranno la possibilità di collaborare strettamente, senza incidere su qualità e offerta dei servizi all’interno delle Aziende ospedaliere, come confermato dalle procedure attivate per la copertura delle strutture complesse di alta specialità a Terni”.

Riguardo le criticità, Barberini ha rilevato che “le nostre Aziende ospedaliere assorbono anche la funzione di ospedali di territorio e non possono quindi concentrarsi esclusivamente sull’alta complessità, per questo è necessario potenziare il ruolo dei presidi ospedalieri di comunità in modo che possano essere da supporto occupandosi della medio-bassa complessità. L’ospedale di Narni-Amelia, che realizzeremo con un investimento di 55 milioni di euro, di cui solo un terzo a carico dello Stato, avrà questa funzione”.

“In questo contesto - ha aggiunto - l’intervento sulla Città della Salute è confermato e verrà inserito nel nuovo Piano sanitario regionale, con questa realtà che avrà un ruolo esclusivamente e non prevalentemente legato ai servizi sociosanitari. Entro giugno ci sarà il bando per l’affidamento del progetto integrato”.

Barberini ha anche espresso “una serie di preoccupazioni di carattere generale legate alla carenza di risorse adeguate per il Servizio sanitario nazionale, a fronte di un forte aumento dei bisogni di salute dei cittadini, alla mancanza di medici per una programmazione inadeguata delle specializzazioni e al fatto che continuiamo essere un Paese in cui il costo per le assunzioni in sanità, in tutte le regioni, soggiace a un tetto di spesa fermo al 2004, a fronte di maggiore carico assistenziale, nonostante la sanità umbra sia in equilibrio di bilancio. Tutte sfide che dovremmo portare avanti senza colore politici”.

Ai lavori della Commissione hanno partecipato anche il direttore generale della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, e il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Terni, Riccardo Brugnetta, che hanno chiarito tecnicamente interventi, investimenti e organizzazione del personale.

Barberini ha concluso il suo intervento annunciando che “il nuovo Piano sanitario regionale, appena definito in maniera organica e preadottato dalla Giunta regionale, prima dell’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea legislativa, verrà presentato in tutta l’Umbria, con incontri nei territori di tutte le Zone sociali e nelle Aziende sanitarie per favorire la massima partecipazione possibile e arrivare a costruire insieme una sanità più vicina ai cittadini”.

28 gennaio 2019
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