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Snami e Smi avvisano la Regione: “Diserteremo gli incontri regionali se non si affronterà in primis l’emergenza della medicina territoriale”

I due sindacati scrivono al direttore generale area sanità e sociale, Luciano Flor. Il motivo è della decisione di disertare gli incontri è chiara: "Ci sono delle emergenze di organico e di contagi crescenti e nessuno accoglie le nostre richieste. Addirittura, ci convocano per cose banali come il riparto sull’attività telematiche dei certificati medici di infortunio e malattia professionali”. LA LETTERA

di Endrius Salvalaggio
15 LUG - Non si placano le discussioni sulla medicina territoriale fra i rappresentanti dei medici di medicina generale e la Regione Veneto. Stavolta i sindacati Snami e Smi hanno inviato una lettera al direttore generale area sanità e sociale, Luciano Flor, avvisando di essere pronti ad alzare il muro se non si affrontano le emergenze della sanità territoriale. 

La lettera è stata inviata in occasione della convocazione, prevista due giorni fa, per il riparto dei fondi trasferiti dall’Inail al fondo sanitario nazionale per l’attività di compilazione e trasmissione, per via telematica, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale, da parte dei medici e delle strutture sanitarie. Per Snami e Smi Veneto, la convocazione del 13 luglio su un tema così "banale" è stata letta come “una presa in giro rispetto al momento particolare che la medicina del territorio sta passando”. I sindacati hanno quindi ritenuto di non presentarsi all’incontro, addirittura avvertendo che d’ora in avanti non andranno a nessun incontro con la Regione del Veneto se prima no si apre un tavolo di confronto su una programmazione sulla medicina territoriale. 

“Abbiamo scritto al direttore generale area sanità e sociale del Veneto, Luciano Flor, dicendogli che non intendevamo partecipare a riunioni che non avessero per obiettivo una seria programmazione sanitaria”, così Liliana Lora, dello Smi, e Salvatore Cauchi, dello Snami, hanno motivato così il loro disappunto alla riunione del tavolo regionale dei segretari regionali della medicina generale prevista al 13 luglio. 

Quello che preme sottolineare alle due sindacati, invece, è che c’è totale disattenzione alle richieste che ogni giorno i medici di famiglia fanno e che sta generando un vulnus nel rapporto con la parte pubblica anche alla luce delle nuove criticità degli ultimi giorni. La parte pubblica, infatti, non provvede ad organizzarne – secondo i sindacati - l'attività a contrasto all’emergenza pandemica e di operatori a sostegno dei malati, lasciando sguarnite le strutture di supporto per la nuova ondata Covid di questi mesi, mettendo le Ulss provinciali in condizioni di non essere in grado di avere una precisa regia centrale a contrasto del momento di emergenza sanitaria; addirittura Snami e Smi del Veneto affermano che, in ambito della medicina territoriale, la mancanza di una Regione che indirizzi le Ukss su chi fa cosa, comporta che le stesse non stanno affrontando l’emergenza  sempre più crescente di contagiati Covid  o che, se la stanno affrontando, lo fanno in modo non coordinato  e difforme. 

“L'intero problema su carenze di organico e contagi in aumento si continua ancora una volta a scaricare sui medici di medicina generale, afflitti da una grande mole di lavoro, e sui pronto soccorso, tra l'altro già in sottorganico ed appaltati ad enti esterni. Per tale motivo Smi e Snami non intendono partecipare ad alcuna riunione che non abbia l’obiettivo una seria programmazione su carenze di organico e una cabina di regia sulle ULSS in riferimento alla medicina del territorio”, concludono Liliana Lora e Salvatore Cauchi. 

Endrius Salvalaggio

15 luglio 2022
© Riproduzione riservata

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