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Partono i gruppi di lavoro sugli standard assistenziali nelle case di riposo. Escluse le rappresentanze sindacali

L’atto formale che dà il via ai gruppi di lavoro per la costituzione dei nuovi standard assistenziali è stato firmato il 20 settembre scorso, ancora oggi non sono stati incluse le parti sociali. I sindacati chiedono di partecipare, anche per dire la propria sulla delibera della Regione ha anche unificato i livelli di assistenza delle case di riposo. Cinzia Bonan (Cisl): “Penalizza l’assistenza ai vegetativi permanenti, pazienti affetti da SLA, Alzheimer, mentre ci guadagnano le strutture private, che percepiscono rispetto a prima, 3euro in più al giorno”.

di Endrius Salvalaggio 
28 OTT - Dopo l’entrata in vigore del DM 77-2022 sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, il mese scorso il direttore della direzione dei Servizi Sociali della Regione Veneto, Pierangelo Spano, ha dato il via formalmente ai gruppi di lavoro per l’adeguamento dei nuovi standard assistenziali dei centri di servizio per persone - area anziani, escludendo le parti sociali. Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil chiedono all’assessore Manuela Lanzarin di prendere parte ai gruppi di lavoro finora esclusi.

“Licenziato il DM 77-2022, e tutti gli atti prodromici regionali che stanno portato ad una riorganizzazione regionale sui nuovi standard assistenziali - spiega Cinzia Bonan della segreteria di Cisl Veneto, con delega ai servizi socio sanitari – la Regione, con il direttore Spano, ha pensato di dare avvio alla nuova riorganizzazione, aprendo un tavolo di coordinamento con le controparti datoriali che poi sono anche coloro che firmano le convenzioni, fatalmente dimenticandosi di tenere conto delle ricadute occupazionali e quindi di interloquire con i sindacati che rappresentano le migliaia di lavoratori di questo settore”.

Gli stessi segretari generali Tiziana Basso di Cgil, Gianfranco Refosco di Cisl e Roberto Toigo di Uil denunciarono attraverso una nota “il muro di gomma della Regione su un tema sul quale le organizzazioni sindacali si battono da anni sottolineando come il tema del terzo settore non possa continuare a essere oggetto di singoli atti estemporanei oltre che all’estromissione dei tavoli tecnici”.

Altro problema che i sindacati sollevano sono le quote economiche delle impegnative per le case di riposo che fino a prima della delibera 996-2022 erano basate su due livelli: bassa intensità con compartecipazione di 49 euro al giorno e alta intensità con la compartecipazione di 56 euro al giorno. Ora, che con la delibera regionale 996-2022 la Regione ha uniformato il livello assistenziale ad un unico livello, portando una compartecipazione di 52 euro al giorno, per i sindacati tale decisione è sperequativa per alcune fasce di ammalati.

“Noi sindacati siamo stati esclusi dai tavoli riorganizzativi regionali – considera Cinzia Bonan –, siamo stai inascoltati sulla questione dei livelli di assistenza dove documenti tecnici di assistenza comprovano 3 livelli di assistenza, mentre la Regione ne ha uniformato ad uno soltanto con la complicanza che persone più bisognose di assistenza ad alta intensità di cure si trovano ora a ricevere assistenza sanitaria alla stregua del paziente con bassa intensità. Tolta la distinzione fra i due livelli di cura preesistente, in questo modo chi sarà in una casa di riposo ed avrà bisogno di cure ad alta intensità, come gli stati vegetativi permanenti, pazienti affetti da SLA, Alzheimer ecc, queste persone saranno più penalizzate poiché lo standard assistenziale si è abbassato”. “Inoltre, per le case di riposo private – spiega Bonan - che prima gli veniva riconosciuto dalla Regione 49 euro di compartecipazione per la bassa intensità (per la maggior parte delle residenze), ora ci guadagneranno 3 euro in più a paziente”.

Per questi motivi si sono rivolti alla Regione Veneto i segretari Basso, Refosco e Toigo con le richieste di prendere parte all’intera filiera dell’assistenza territoriale, previsto dalle Missioni 5 e 6 del PNRR e dal DM 77.

Endrius Salvalaggio

28 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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