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Brutti, sporchi e cattivi

di Enzo Bozza
25 SET - Gentile Direttore,
dicono di noi che siamo l’anello debole della catena dei servizi. A volte con cortese distacco, qualche volta, senza mezzi termini. Il medico di base non fa filtro sul territorio e qualche collega in pronto soccorso si ritrova con un occhio nero. Questo filo logico, semplice e lineare, correla il fannullone con l’occhio nero e questa diretta semplicità, piace alla gente che ascolta i giornalisti, al punto tale che presto avremo due occhi neri e svariate fratture: quelli del medico di pronto soccorso e quelli del medico di base. Senza risolvere nulla ma alimentando la vocazione alla giustizia fai da te.

Se i giornalisti avessero voglia e coraggio, potrebbero scavare nel torbido e scoprire tutti quei nodi che vengono al pettine dopo decenni di incuria nel SSN e per i quali il livello di disservizio è giunto al punto da mettere mano ai forconi.

E’ sicuramente vero che la figura del medico di base è diventata ormai obsoleta in un ruolo che non riesce più a fronteggiare i nuovi scenari sul territorio. E’ altrettanto vero che il ruolo del medico sul territorio, in trincea e prima linea, deve avere gli strumenti per fare clinica e supporto per la gente, ma è necessario sapere che dal 1978 ad oggi, nessun governo si è mai occupato della cosa, né i sindacati di categoria hanno saputo tutelare il medico di base nella professione e nelle condizioni di lavoro. E’ stato lasciato a marinare in quel brodo insipido dove qualsiasi seccatura burocratica gli è stata scaricata addosso da chiunque: usl, ministero, servizio farmaceutico, inps, inail, distretto, medici ospedalieri.

Soprattutto i colleghi ospedalieri, hanno sempre pensato, e nemmeno velatamente, che i medici di base non abbiano mai fatto un tubo ed era del tutto lecito fargli compilare qualche modulo, impegnativa, ricetta, piano terapeutico, scheda di accesso, certificato, invalidità civile, caccia pesca, palestra, ricchi premi e cotillon, sennò come riempire quel tanto tempo a disposizione dopo solo tre ore di ambulatorio al giorno? Che scrivano qualcosa, almeno.

Nemmeno tanto velatamente, ai colleghi ospedalieri, è parso singolare ed eccentrico che il medico di base fosse anche un medico. E’ così che il malcapitato si è ritrovato nel girone degli ignoranti. Poi, quando anche i pazienti hanno incominciato a consultare Google, fidandosi molto più della rete che del proprio medico di base, il malcapitato è finito nel girone degli ignavi. Se tutti ti vogliono cretino, qualche dubbio, prima o poi ti viene, e alzarsi la mattina diventa sempre più difficile.

Cari giornalisti, così affranti a parole ma poco partecipi delle nefandezze della politica, noi medici di base non siamo quell’immondizia del SSN in vista di una prossima e futura discarica, poco lontana dalle luminose cliniche private per “siori”. Ci vogliono così e ci dipingono così, da tanti anni: brutti, sporchi e cattivi, perché quando non ci saremo più, a nessun assistito verrà in mente di aver perso qualcosa, anzi, sarà più facile convincerlo che, con poca spesa, potrà avere il meglio dello scibile medico. A pagamento e contenti tutti.

Enzo Bozza
Medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)

25 settembre 2024
© Riproduzione riservata

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