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Veneto approva un Piano per la riapertura attività produttive

Il Piano è composto da un “Manuale per la riapertura delle attività produttive”, con indicazioni operative pratiche per riprendere o continuare le attività mettendo al centro la salute dei lavoratori; un “Progetto pilota” finalizzato a testare il modello (sanitario, organizzativo, informativo) e a valutarne l'estensione e la sostenibilità su scala più ampia. IL PIANO


13 MAG - Le attività riproduttive devono ripartire. E visto che la gestione della prima fase della pandemia da Covid 19 “ha consentito di acquisire esperienze ed elementi conoscitivi utili per affrontare la cosiddetta Fase 2”, la Regione del Veneto ha elaborato un “Piano regionale per la riapertura delle attività produttive” per garantire che il ritorno al lavoro avvenga in sicurezza.

Due gli elementi che compongono il Piano: un “Manuale per la riapertura delle attività produttive” e un “Progetto pilota”, con il coinvolgimento di un campione di aziende rappresentativo del tessuto produttivo del Veneto, per a testare il modello (sanitario, organizzativo, informativo) e a valutarne l'estensione e la sostenibilità su scala più ampia.

Nel dettaglio, il Manuale contiene contenente indicazioni operative pratiche per supportare le attività produttive a riprendere o continuare le attività “mettendo al centro - si legge nel documento - la salute dei lavoratori e, di conseguenza, della collettività”. Le indicazioni operative riguardano, in particolare:

- Pulizia, decontaminazione e aerazione degli ambienti di lavoro

- Informazioni

- Limitazione delle occasioni di contatto
 
- Rilevazione della temperatura corporea

- Distanziamento tra le persone

- Igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie

- Dispositivi di protezione individuale

- Uso razionale e giustificato dei test di screening

- Gestione dei casi positivi

- Ruolo del Medico Competente

Il “Manuale”, frutto di un lavoro congiunto tra pubblica amministrazione, parti sociali e rappresentanti delle categorie economiche, è stato presentato preliminarmente in data 17 aprile 2020 al fine di raccogliere contributi e osservazioni. Successivamente, il “Manuale” è stato allineato alle previsioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020, nonché della lettera circolare del Ministero della Salute del 29 aprile 2020, e infine riproposto alle parti sociali in data 30 aprile 2020. “Eventuali valutazioni in merito al mantenimento, all’integrazione o alla modifica delle indicazioni contenute nel “Manuale” saranno considerate in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico e di eventuali ulteriori indirizzi di carattere tecnico-scientifico di livello nazionale, nonché in base agli esiti del Progetto Pilota descritto di seguito”, spiega il documento regionale.

Il “ProgettoPilota” prevede, invece, il coinvolgimento di un campione di aziende rappresentativo del tessuto produttivo della Regione del Veneto, proponendo un modello che, spiega il documento, “sarà in grado di fornire alle aziende partecipanti e al loro Medico Competente informazioni sul livello di rischio di ogni singolo lavoratore coinvolto, integrando dati sullo stato di salute, sull’area geografica e sull’esito dei diversi test di screening disponibili, per consentire il reinserimento o il mantenimento del lavoratore nel proprio ambienti di lavoro, a tutela della sua salute e della collettività”.

Gli obiettivi specifici sono dettagliati nei seguenti punti:

- individuazione dei flussi informativi e delle modalità di contatto più appropriate, tra le singole aziende e le strutture del Sistema Sanitario Regionale, per la circolazione delle informazioni, anche sanitarie, ritenute necessarie per la tutela della salute del lavoratore e della salute pubblica; 

- caratterizzazione epidemiologica della diffusione del virus nella popolazione lavorativa, mediante l’individuazione di soggetti già infettati, guariti, immunizzati e suscettibili; 

- acquisizione di informazioni sulla siero-prevalenza e su suoi eventuali determinanti (es. area geografica, classe di età, genere, mansione lavorativa); 

- acquisizione, nelle more di un intervento di armonizzazione a livello nazionale, di elementi informativi utili a individuare l’utilizzo più appropriato dei diversi test diagnostici e di screening disponibili (ricerca di RNA virale tramite tampone naso-faringeo; ricerca di anticorpi IgM/IgG tramite prelievo di sangue venoso o su sangue capillare), nonché a supportare il processo di validazione dei diversi test sierologici da parte delle strutture tecnico-scientifiche preposte; 

- verifica dell’efficacia delle misure di contenimento attuate negli ambienti di lavoro e acquisizione di elementi per valutare eventuali azioni correttive. 

13 maggio 2020
© Riproduzione riservata

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