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Veneto. L’indice Rt balza a 1,63 e Zaia chiede il carcere per i positivi che non rispettano l’isolamento. I dubbi di Crisanti e Sileri

“Fosse per me, di fronte a certi comportamenti prevederei la carcerazione. È essenziale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier”, ha detto il presidente della Regione commentando alcuni episodi di non rispetto delle regole da parte di soggetti positivi che avrebbero fatto balzare l’indice precedentemente a 0,43. Ma Crisanti ha dubbi su inasprimento sanzioni o pene e chiede di aumentare i tamponi, mentre Sileri sottolinea che “un singolo atto non può essere paragonato a 56 milioni di italiani che stanno rispettando le regole”.


03 LUG - Il presidente del Veneto Luca Zaia non ha digerito il balzo dell’indice Rt registrato in Veneto balzato da 0,43 a 1,63 in pochi giorni. A provocare questo sbalzo secondo Zaia sarebbe stato in particolare un “nuovo focolaio di coronavirus “scatenato da un imprenditore vicentino rientrato dalla Bosnia”.
 
Zaia ha ricostruito così la vicenda oggi davanti ai giornalisti. Tutto nasce - scrive l'Ansa - da un viaggio in Bosnia, che ha determinato 5 nuove positività e 89 isolamenti. Il `paziente zero´, rientrato dalla Serbia il 25 giugno, ha iniziato ad avere sintomi lo stesso giorno, avendo “diversi contatti lavorativi ed extra lavorativi, tra cui una festa privata e un funerale” il 26 e il 27.
 
“Il 28 - continua Zaia - è andato al pronto soccorso, effettuando il tampone e risultando positivo, ma rifiutando il ricovero. Se uno è padrone della sua vita, non deve però poter mettere a repentaglio quella degli altri: ecco perché dico che il Parlamento ci deve dare gli strumenti adeguati”.
 
Ricoverato, dopo molta insistenza, anche del sindaco, il 1 luglio, attualmente è in rianimazione ed è pure emerso che il 30 pur sapendo di essere ammalato ha visto altre persone.
 
Il secondo caso di positività è emerso il 30 giugno, “dopo almeno 6 giorni asintomatici”, per uno degli altri occupanti dell'auto andata in Serbia, e terzo e quarto il 1 luglio, nel secondo caso per un occupante dell'auto non dichiarato. L'ultimo caso, presso l'Ulss 6 Euganea, riguarda una paziente che si è presentata al Pronto soccorso di Schiavonia il 29 giugno, dichiarando di aver avuto contatti con il `paziente zero´. “In questo caso - ha rilevato Zaia - l'indagine è risultata difficoltosa per la negazione di alcuni dati, come lavoro e contatti”.
 
“Evito di continuare - ha concluso Zaia - perché altrimenti mi incazzo del tutto. Sapevano che una persona incontrata in Serbia era poi risultata positiva, un sintomatico ha rifiutato il ricovero e poi ha partecipato a feste, la signora non ha detto le cose: così non ne veniamo fuori. E mi chiedo se abbia senso aver buttato via quattro mesi della nostra vita per ritrovare complottisti e liberisti. L'ordinanza è già potenzialmente scritta e potevo firmarla anche oggi. Ma non sono contento”. “Per colpa di pochi irresponsabili ora pagheranno tutti” ha concluso.

“Se questo è il sistema di gestire la positività e la sintomatologia, dopo quattro mesi di coronavirus allargo le braccia - ha detto Zaia -. Così non ne veniamo fuori. Fosse per me, di fronte a certi comportamenti prevederei la carcerazione. È essenziale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier, mettendo in fila le questioni con un Dpcm o con un provvedimento del ministro Speranza”.
 
“La legge prevede una multa di 1000 euro in caso di fuga dall'isolamento sanitario: mi sembra ridicolo - ha sottolineato Zaia -. E ritengo che sia fondamentale il ricovero coatto, così come è necessario essere severissimi con gli isolamenti sanitari. Io ho dato disposizioni ai Sisp di tolleranza zero e, se ci sono elementi, di procedere alla denuncia. Non possiamo permetterci la diffusione del virus per l'irresponsabilità di qualcuno. Quello che è accaduto, è gravissimo”.
 
“Di tutto questo ne parlerò - ha concluso Zaia - con Bonaccini in conferenza dei servizi, perché siamo i primi a sperimentare una vicenda del genere, inquietante”.
 
Zaia ha poi annunciato una nuova ordinanza restrittiva “per inasprire le regole” sulla prevenzione del contagio del Covid. “Continuando di questo passo non dobbiamo porci la domanda se il virus tornerà in ottobre, perché l'abbiamo già qui. Ai comportamenti irresponsabili di qualcuno, si aggiungono gli altri che abbiamo conosciuto in queste ore”.
 
 
Ma per il Direttore di microbiologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti, intervenuto a Radio Capital “non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l'origine dei focolai e applicare le misure per spegnerli. La ricetta ce l'abbiamo: fare il tampone a tutti i contatti, amici, parenti e vicini. Non ci sono altre ipotesi. Ci sono disposizioni ministeriali per chi disattende le misure di quarantena. Zaia dice che non basta la multa di mille euro? Sarebbe interessante cominciare a farle, le multe”.
 
“Zaia si avvale in questo momento di due esperti - continua Crisanti - uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l'altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?”.
 
“Il peggioramento della situazione va visto in termini prospettici”, spiega Crisanti, “se ci sono dei focolai e questi focolai si può identificarli ed eliminarli, siamo nella normalità. L'Italia non è una bolla, nel mondo ieri ci sono stati 215mila casi. La realtà sarà caratterizzata da continui focolai, bisogna non farseli sfuggire di mano”.
 
“La quarantena è già un metodo di trattamento obbligatorio e violarlo è già punito, ma si tratta di casi isolati”, ha detto invece Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute. “Un singolo atto - ha detto Sileri - non può essere paragonato a 56 milioni di italiani che stanno rispettando le regole. È atteso che qualcuno non rispetti le regole, l'importante è individuarlo e farlo stare a casa, per un soggetto non possiamo colpevolizzare tutti”.
 
Sileri ha aggiunto che “togliersi la mascherina a più di un metro di distanza non è incoscienza, incoscienza è non seguire le regole e pensare che sia tutto passato. Io vedo pochissima incoscienza”.
 
“La battaglia al coronavirus in Italia non è ancora vinta, quindi è giusto tenere alto il livello di attenzione e dovunque necessario assumere immediatamente misure che siano adeguate a stoppare l'eventuale diffusione del contagio”, è stato invece il commento del ministro della Salute Roberto Speranza.

03 luglio 2020
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