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Giovedì 23 GIUGNO 2022
Appalti Asl Pescara. Durissima polemica dopo rinvio a giudizio del Dg. Il presidente Marsilio scarica le colpe su Trotta e definisce il rinvio a giudizio di Ciamponi “un errore”. La magistratura interviene: “Affermazioni non accettabili”

Ieri la notizia del rinvio a giudizio del Dg Ciamponi nell'ambito di un'ichiesta su appalti sospetti. Oggi l'intervento a gamba tesa del presidente della Regione Abruzzo contro la magistratura: “Nel tentativo di dimostrare un’improbabile corruzione rinuncia a perseguire almeno due corrotti sicuri, che resteranno indisturbati al loro posto di lavoro dentro l’Asl”. L’associazione magistrati dell’Abruzzo interviene: “Affermazioni che travalicano i limiti della legittima critica e mirano a delegittimare, agli occhi dell'opinione pubblica, i magistrati che si occupano del processo”.

Ha le idee chiare Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, in merito all’inchiesta su un appalto milionario pilotato della Asl di Pescara per l'affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, che ieri ha visto il rinvio a giudizio del Dg Vincenzo Ciamponi, per Marsilio del tutto innocente. Il presidente della Regione è intervenuto, infatti, definendo il rinvio a giudizio di Ciamponi un “errore” della magistratura, che lascia non giudicati “i soggetti che facendo parte della commissione hanno alterato i punteggi di gara ingannando anche lo stesso Ciamponi”. Una posizione che ha indotto anche l’associazione magistrati dell’Abruzzo ad intervenire contro le parole del presidente.

Per l’ANM abruzzese, infatti, le affermazioni di Marsilio, "pur nella libertà di critica”, sono “inaccettabili” e “gettano discredito non solo sui magistrati impegnati nella trattazione del procedimento penale ma sull'intero ordine giudiziario e, provenendo da un autorevole esponente politico, sono capaci di ingenerare disorientamento nell'opinione pubblica, minando la fiducia dei cittadini nell'Istituzione giudiziaria”.

Di seguito la dichiarazione di Marco Marsilio, ripresa dall’Ansa, che successivamente ha reso noto anche la replica dell’Associazione magistrati dell’Abruzzo.

“Sono convinto - dice Marsilio - dell’innocenza di Vincenzo Ciamponi e gli rinnovo la fiducia, e lo invito a rimanere sereno. Sono certo che al termine del processo verrà riconosciuta la sua totale estraneità ai fatti. Porto un grande rispetto per la procura e il tribunale di Pescara, che peraltro negli ultimi mesi hanno due volte prosciolto in istruttoria i dirigenti della Asl, riconoscendo la correttezza e la trasparenza del loro operato. Con lo stesso rispetto mi permetto di dire oggi che questa rinvio a giudizio è un errore: con questa scelta non potranno essere giudicati, ad esempio, i soggetti che facendo parte della commissione hanno alterato i punteggi di gara ingannando anche lo stesso Ciamponi, che si è trovato da firmare sul tavolo la determina di assegnazione dell’appalto viziata dalle trame corruttive messe in opera da Sabatino Trotta”. 

Per Marsilio, “nel tentativo di dimostrare un’improbabile corruzione si rinuncia a perseguire almeno due corrotti sicuri, che resteranno indisturbati al loro posto di lavoro dentro l’Asl. Quanto a Trotta, ho purtroppo sperimentato sulla mia pelle la sua doppia personalità e la valanga di millanterie che usava con le sue amanti e con il capo della cooperativa la Rondine per convincerli a dargli soldi in contanti. E le stesse carte dell’inchiesta dimostrano come più volte Trotta si sia fatto consegnare i soldi in contanti sostenendo di doverli portare ad altri, ma che in realtà tratteneva per se. L’accusa a Ciamponi si regge solo su questo: Trotta si fa dare soldi da Dolce e Mattucci dicendo di doverli usare per corrompere Ciamponi, e approfitta del rapporto di amicizia con quest’ultimo per raccontare che la macchina comprata da Ciamponi per il figlio l’avrebbe pagata con quei soldi. Che peraltro sono il quadruplo di quanto la macchina vale”.

“Concludendo con una battuta, ho più volte suggerito a Ciamponi di portare quel catorcio che ha comprato per il figlio e di parcheggiarlo in piazza salotto per esporlo al pubblico. Basterebbe vederlo per capire che se quello fosse davvero il prezzo di una corruzione per un appalto di parecchi milioni, Ciamponi più che la galera meriterebbe il manicomio”, chiude Marsilio.

Sulle dichiarazioni del presidente Marsilio, la giunta esecutiva ANM abruzzese evidenzia come “non siano accettabili, pur nella libertà di critica, le affermazioni ivi contenute, che gettano discredito non solo sui magistrati impegnati nella trattazione del procedimento penale ma sull'intero ordine giudiziario e, provenendo da un autorevole esponente politico, sono capaci di ingenerare disorientamento nell'opinione pubblica, minando la fiducia dei cittadini nell'Istituzione giudiziaria”. 

Per i magistrati “le parole del Presidente della Regione Abruzzo, pronunciate all'indomani della notizia del rinvio a giudizio disposto dal Tribunale di Pescara nei confronti del direttore Generale della ASL Vincenzo Campioni nell'ambito della vicenda degli ‘appalti sanità’, travalicano i limiti della legittima critica e mirano a delegittimare, agli occhi dell'opinione pubblica, i magistrati che si occupano del processo. I pubblici ministeri, adempiendo ai loro doveri e all'esito di complesse indagini, hanno formulato un'ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata nel dibattimento, all'interno del processo e nel rispetto delle garanzie difensive. Non è tollerabile l'azione di screditamento di un processo in corso di svolgimento altresì paventandosi ‘errori giudiziari’ e difetti investigativi, specie quando essa viene esercitata, attraverso gli organi di stampa, da chi riveste importanti incarichi istituzionali”. 

Per ANM Abruzzo “destano forte perplessità e sgomento, inoltre, i toni e le certezze manifestate, attraverso giudizi apodittici e di valore morale, dal Presidente della Regione, con specifico riferimento ad alcune persone già coinvolte nel procedimento, una delle quali peraltro non più in condizioni di difendersi per effetto del tragico epilogo della sua esistenza, nell'ambito di un processo nel quale, peraltro, la stessa ASL si è costituita parte civile”, afferma nella nota la giunta esecutiva ANM Abruzzo. 

“Stride, inoltre - concludono i magistrati -, l'invito rivolto dal Presidente della Regione all'imputato Ciamponi di volere esibire la propria autovettura, nell'ipotesi accusatoria prezzo di corruzione, presso piazza Salotto di Pescara, luogo che notoriamente ha ospitato in passato i resti dell'autovettura sulla quale viaggiavano le vittime della strage di Capaci. La Ges Abruzzo esprime piena solidarietà e vicinanza ai colleghi impegnati nella celebrazione del processo, colpiti da queste ingiuste aggressioni, i quali quotidianamente esercitano con rigore, serenità ed indipendenza le proprie delicate funzioni e ribadisce, inoltre, la necessità che, fermo il diritto di critica, il suo esercizio sia sempre improntato al rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza della giurisdizione, capisaldi della democrazia”.

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