quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 27 LUGLIO 2022
Pnrr.  Sindacati pensionati Cgil, Cisl e Uil Veneto: “Potenziare salute e welfare considerando trend demografico”

I sindacati dei pensionati richiamano alla necessità di “iniziative che non si traducano in azioni di corto respiro, ma in progetti lungimiranti che sappiano dare frutti sul lungo periodo”. Alle istituzioni si chiede di mettersi in ascolto: “Gli anziani aumenteranno vertiginosamente e rappresentano i primi utenti di questi servizi. Il Pnrr ci offre l’unica e la prima vera occasione per ridisegnare una volta per tutte l’assistenza territoriale, sanitaria e sociale, mettendo al centro la persona, con una presa in carico globale e integrata”. DOCUMENTI

Da un recente studio - dati Istat Veneto- elaborato dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil; nel 2021 gli anziani over 65 erano 1.142.745, mentre per lo stesso periodo i grandi anziani over 80 erano 364.323. L’indice di invecchiamento, che è il rapporto percentuale tra il numero degli ultra 65enni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni e che risponde alla domanda quanti anziani ci sono ogni 100 bambini/ragazzi 0-14 anni, è di 183,83, con una proiezione per il 2031 di 484,84. Tutto questo significa che nel 2021 c’era quasi il doppio di anziani rispetto ai giovani fino ai 14 anni, mentre nel 2031 gli anziani saranno 4 volte i giovani. Su questi dati i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil avanzano delle proposte alla Regione Veneto considerato ciò che sarà destinato in seno al PNRR e che per la sola sanità territoriale dovrebbero arrivare, sempre secondo il calcolo dei sindacati, oltre 300 milioni di euro.

Come si legge nella nota unitaria dei sindacati dei pensionati, con il PNRR per l’assistenza territoriale saranno destinati per il Veneto circa 316 milioni di euro da convogliare nei servizi territoriali sociali e sanitari, suddivisi con la missione 5: per inclusione e coesione sociale arrivano circa 90 milioni, suddivisi per i progetti per l’autonomia delle persone anziane non autosufficienti, 24 milioni e 600mila euro, e che in Veneto contano sono 183mila per lo più l'82% assistite in casa; per interventi mirati al rafforzamento dei servizi sociali domiciliari per prevenire l’ospedalizzazione, 5 milioni e 280mila euro; per percorsi di autonomia per le persone con disabilità circa 25 milioni e 500 mila euro. Nella missione 6: salute sono stati destinati 226 milioni. Per la sola sanità territoriale sono stati riservati circa 135 milioni e 400mila euro per le case di comunità e la presa in carico delle persone, 16 milioni di euro per le cure a domicilio e la telemedicina e altri 73 milioni e 855mila euro circa per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia.

Ad oggi i problemi da risolvere per i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, nel contesto territoriale permangono: 
- la carenza di medici di base e di personale socio-sanitario in genere; 
- liste d’attesa troppo lunghe; 
- assistenza domiciliare del tutto insufficiente; 
- penuria di posti letto per lungodegenze; 
- difficoltà di gestione delle persone non autosufficienti o con più malattie croniche; 
- organizzazione frammentaria dei servizi con conseguente disorientamento dei pazienti. 

Di fronte ad un’opportunità così importante, che il Veneto è chiamato sfruttare al meglio, i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil chiamano a rapporto la Regione affinché nella programmazione e nella realizzazione dei progetti vengano coinvolte in pieno le parti sociali.

“Una situazione che, senza interventi concreti – dicono Elena Di Gregorio, Tina Cupani e Debora Rocco, segretarie generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto - può solo peggiorare, se consideriamo il trend demografico che ci dice in largo anticipo che aumenteranno vertiginosamente gli anziani, i quali rappresentano i primi utenti di questi servizi. Il PNRR ci offre l’unica e la prima vera occasione per ridisegnare una volta per tutte l’assistenza territoriale, sanitaria e sociale, mettendo al centro la persona, con una presa in carico globale e integrata. Pur consapevoli che la fase di progettazione è stata definita, è arrivato il momento di entrare nel dettaglio della realizzazione di questi progetti”. 

“Come sindacati vigileremo affinché le risorse non vengano perse e ci mettiamo a disposizione per mettere a terra iniziative che non si traducano in azioni di corto respiro, ma in progetti lungimiranti che sappiano dare frutti sul lungo periodo. Alle istituzioni chiediamo di ascoltarci, senza lasciar cadere nel silenzio i nostri appelli e le nostre richieste d’incontro. Quella che abbiamo davanti è una sfida da cogliere, perché attraverso la nostra azione nel territorio possiamo aiutare a costruire e innovare solide reti per una sanità e un welfare migliori”.

Endrius Salvalaggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA