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Lunedì 22 LUGLIO 2013
Dal Pil al Bes. Per una nuova visione economica e politica del benessere dei cittadini

Si tratta del "Benessere Equo Sostenibile". Con indicatori diversi rispetto a queli usati finora per determinare la "ricchezza" di un Paese. Se l'obiettivo è la qualità della vita dei cittadini, perché si continua a considerare come misura unica solo l’aumento del prodotto interno lordo di una nazione?

Il 28 giugno di quest’anno si è tenuto a Firenze (nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio) un convegno dal titolo “Oltre il Pil” titolo in certo senso generico e spesso ricorrente. Il successivo sottotitolo tuttavia indica il senso specifico, l’obiettivo stimolante del convegno: “Il contributo delle scienze verso una nuova concezione economica e politica del Benessere”.
A questa iniziativa, promossa dalla Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute, alla Sapienza Università di Roma, in stretta collaborazione con l’Ordine degli psicologi della Toscana e il Comune di Firenze, hanno dato la loro adesione autorevoli protagonisti delle neuroscienze, della psicologia e della sociologia del benessere, in stretto rapporto con protagonisti dell’economia, della statistica econometrica, e della politica [1]
Di questo convegno saranno a breve pubblicati gli atti, cui rimando gli interessati, mentre qui di seguito mi limito ad una brevissima sintesi dei temi trattati.
 
Come primo dato di fondo si pone una domanda: se l’obiettivo indiscusso dell’economia e della politica è il benessere, la qualità della vitadei cittadini, perché si continua in modo apparentemente inviolabile, a considerare come misura unica di questo obiettivo, il famoso PIL, cioè l’aumento del prodotto interno lordo di una nazione? La risposta a questa domanda è banale nella sua sostanza: la ragione che da tanti anni giustifica la scelta del PIL si basa su un assunto scientificamente non corretto della natura umana, tradizionalmente considerata come egocentrica e razionale. Se l’uomo è razionale ed egoista, il suo benessere deriverà dalla massima produzione possibile. L’obiettivo della politica economica, sarà quindi quello di far crescere la ricchezza, lasciando che sia poi il cittadino razionale a farne l’uso a lui più conveniente.
Oggi si può e si deve chiaramente sostenere che questo assunto, così penetrante nella cultura occidentale, è scientificamente sbagliato. Come hanno affermato i relatori delle neuroscienze e della psicologia, i sistemi motivazionali della natura umana non si possono assolutamente riconoscere in queste vecchie concezioni.
 
Un fervore attuale di studi e la stretta linea di continuità con gli studi classici della psicologia generale, della psicologia dello sviluppo e della psicologia sociale, ci consentono di segnalare due sistemi motivazionali centrali della natura umana: il bisogno di individuazione, e il bisogno di coesione sociale.
Il bisogno di Individuazione nella libertà indica un processo di sviluppo dinamico-evolutivo, ben distinto dal concetto di individualismo, cioè da quel processo statico-accrescitivo che caratterizza la visione egocentrica della natura umana.
L’attuale ricerca scientifica, dimostra inoltre il bisogno di relazione nella coesione sociale come altrettanto radicato nei sistemi motivazionali biologici e psicologici della natura umana, quanto il bisogno di individuazione nella libertà. Nella prassi economica il bisogno di individuazione è stato ridotto alla dimensione accrescitiva fino al punto di scotomizzare il bisogno, altrettanto fondamentale della coesione sociale. In realtà non può esserci ben-essere dei cittadini e quindi della società se l’una o l’altra di queste istanze viene scotomizzata o artatamente accentuata.
 
Pertanto, se la politica economica vuol rispettare le attuali conoscenze scientifiche sui sistemi motivazionali della natura umana non può più limitarsi al PIL, anche se questo indicatore è ovviamente importante, ma deve rapidamente integrare o aggiungere a esso, altri indicatori. Ed è proprio questo un secondo tema su cui hanno discusso e si sono confrontati i relatori.
Come considerazione di carattere generale, si è convenuto che andareOltre il Pil”significa costruire nuoviindicatori,non più di crescita ma disviluppo. Il concetto di crescitadel Pil, non è uguale al concetto disviluppo del ben-essereedella qualità della vita. Pertanto la parola crescita dovrebbe essere strettamente associata al concetto di incremento del Pil, mentre la parola sviluppo  rappresenta il concetto di “qualità della vita”, cioè un processo di integrazione  del Pil, assolutamente fondamentale (specie se modificato), con altri indicatori.
 
Purtroppo molto spesso la parola crescita viene erroneamente utilizzata come sinonimo della parola sviluppo.
La ricerca di nuovi indicatori è oggetto di notevole impegno in tutto il mondo. L’Italia, per merito di una pregevole iniziativa dell’Istat e del Cnel, ha elaborato di recente uno strumento multidimensionale di misura del benessere e della qualità della vita che si pone all’avanguardia nel panorama internazionale. Questo strumento - il Bes, che sta per Benessere Equo Sostenibile - comprende 12 dimensioni  articolate in 134 indicatori e  nasce dalla convinzione chei parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico ma anche sociale e ambientale. In particolare, il rappresentante dell’Oms ha sottolineato l’importanza del termine “equo”, per l’effetto fortemente negativo delle diseguaglianze nei confronti del benessere, sia fra i Paesi come all’interno dei Paesi.
 
Per quanto sia stata condivisa la necessità di ulteriori aggiornamenti, i convegnisti hanno espresso l’auspicio che il Bes s’imponga gradualmente all’attenzione generale come un vero punto di svolta nella cultura economica e politica del nostro Paese. Una svolta per la quale il Pil deve essere il mezzo e non il fine della qualità della vita.
In coerenza con la nuova visione del benessere, sono inoltre emersi, nelle riflessioni dei relatori, vari spunti per una sostanziale linea di cambiamento dell’agire politico. In particolare si pone l’opportunità di utilizzare il Bes come strumento partecipativo nelle scelte di priorità, ma soprattutto si sottolinea la necessità di un cambiamento sostanziale della relazione fra la politica e i cittadini: il benessere della società si raggiunge anche attraverso una visione nuova in cui i politici non sono “sopra o“come”i cittadini, ma “con”  i cittadini, nel rispetto della diversa specificità e responsabilità di ruolo, e nell’uguale impegno verso gli obiettivi da raggiungere.
Come obiettivo strategico quindi la politica dovrebbe coltivare l’idea di far emergere nelle istituzioni e nella società il senso più profondo di un cambiamento di paradigma: non più l’angosciante visione dell’individualismo egocentrico, ritenuto inevitabile, ma la gioiosa speranza del ben-essere individuale e sociale.
Il politico ha un’arma vincente a sua completa disposizione: la partecipazione,un processo che di per sé potrebbe promuovere il ben-essere, cioè la salute della comunità.
 
Nei commenti finali si è riconosciuto il valore di aver scelto Firenze per questo Incontro con la cittadinanza. Firenze, memore della sua storia rinascimentale e unica al mondo per la sovrabbondanza di cultura umanistica e di bellezza, potrebbe diventare un punto di riferimento e di attrazione per una svolta di cambiamento della qualità della vita da tutti atteso.
 
Mario Bertini
Professore emerito di Psicologia della Salute e direttore scientifico del convegno “Oltre il Pil”
 

[1]
 Per le scienze biopsicosociali: Carol Ryff, direttore del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Wisconsin, USA; Mario Bertini, Professore emerito di Psicologia alla “Sapienza", Università di Roma; Angela Sirigu, direttore del gruppo di Neuropsicologia del Centro Nazionale della ricerca scientifica, Lione Francia, Marco Ingrosso, Professore ordinario di Sociologia della Salute, Università di Ferrara
 
Per le scienze economiche: 
Enrico Giovannini, Presidente dell’ISTAT (per sopravvenuto incarico ministeriale è stato sostituito da Saverio Gazzelloni, Direttore ISTAT; Luigino Bruni, Professore ordinario di Economia Politica all’Università di Milano Bicocca. 
 
 
Per le scienze politiche: Stefania Saccardi, Vice Sindaco e assessore al Welfare, Cooperazione internazionale del Comune di Firenze; Laura Puppato, Senatrice della Repubblica (assente); Ignazio Marino, Senatore della Repubblica (assente); Roberto Bertollini, Chief Scientist e rappresentante dell’OMS all’Unione Europea.

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