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Lunedì 15 GIUGNO 2020
Dopo il caso Dentix, la Cao chiede che le Società tra professionisti diventino obbligatorie per esercizio Odontoiatria in forma societaria

Il presidente Commissione Albo Odontoiatri interviene sul caso delle 57 cliniche della catena spagnola che in Italia non hanno ancora riaperto dopo la fine del lockdown “lasciando i pazienti senza cure odontoiatriche. Cure per le quali avevano versato un sostanzioso acconto, o si erano affidate a una finanziaria, che ora pretende il pagamento delle rate”. Senza contare i circa 400 lavoratori a rischio.

“I fatti sono ormai noti: 57 cliniche della catena Dentix hanno chiuso per il lockdown. E non hanno ancora riaperto, lasciando i pazienti senza cure odontoiatriche. Cure per le quali avevano versato un sostanzioso acconto, o si erano affidate a una finanziaria, che ora pretende il pagamento delle rate”. Sottolinea la Cao nazionale in una nota.
 
“Questo ci dice una cosa importante, e ci dà una lezione altrettanto significativa – sottolinea il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) nazionale, Raffaele Iandolo -. Oggi, in Italia, una società può aprire i battenti senza dare garanzie per quanto riguarda la continuità delle cure, oltre che dal punto di vista economico-finanziario, sia nei confronti dei pazienti, sia dei colleghi odontoiatri che lavorano nella struttura. Questo, secondo la Cao nazionale, è un fatto intollerabile, al quale bisogna mettere un argine e porre rimedio”.
 
“Oggi l’argine e il rimedio li abbiamo già: sono costituiti dallo strumento delle Società tra Professionisti – spiega Iandolo -. È necessario un provvedimento normativo che obblighi chi vuole fare società in ambito odontoiatrico a destinare i due terzi delle quote a odontoiatri, che possano dare garanzie da un punto di vista deontologico e di etica professionale. Le Società tra professionisti, infatti, devono essere iscritte agli Ordini e quindi sono sottoposte anche al controllo deontologico da parte dell’istituzione ordinistica”.
 
“Solo così – conclude il Presidente della Cao nazionale – si potranno ripristinare le giuste garanzie, sia per i pazienti, sia per i colleghi che dovessero lavorare nell’ambito di queste strutture”.

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