quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 13 LUGLIO 2022
Sunshine Act. Provenza (M5S) replica a Confindustria DM: “Aiuterà a limitare fenomeni corruttivi”

Il relatore della legge: “Comprendiamo le preoccupazioni di Massimo Boggetti, presidente di Confindustria dispositivi medici, e vogliamo tranquillizzarlo: il Sunshine Act non solo non sarà di ostacolo al PNRR ma sarà uno strumento essenziale per rinnovare l’alleanza tra professionisti della salute e cittadini, un circuito virtuoso di cui beneficeranno anche le aziende produttrici”

“La legge sulla trasparenza in sanità, o Sunshine Act, è una grande conquista di questo Paese a cui siamo giunti grazie all’impegno del MoVimento 5 stelle portato avanti con determinazione in questi anni. Comprendiamo le preoccupazioni di Massimo Boggetti, presidente di Confindustria dispositivi medici, e vogliamo tranquillizzarlo: il Sunshine Act non solo non sarà di ostacolo al PNRR ma sarà uno strumento essenziale per rinnovare l’alleanza tra professionisti della salute e cittadini, un circuito virtuoso di cui beneficeranno anche le aziende produttrici”. Lo afferma in una nota Nicola Provenza (M5S).

“Nel nostro Paese purtroppo anche il mondo della sanità è gravato da sacche di opacità e fenomeni corruttivi. La legge sulla trasparenza - continua Provenza - è un valido strumento nel contrasto alla corruzione anche grazie alle norme che favoriscono il whistleblowing per la segnalazione di condotte illecite. Nell’ultimo rapporto ANAC sulla corruzione, la sanità rappresenta il 13% con casi che riguardano soprattutto forniture di farmaci, di apparecchiature mediche, strumenti medicali e servizi di pulizia e la corruzione in sanità provoca perdite pari a circa il 15% dei finanziamenti pubblici. Fondi sottratti al Fondo sanitario pubblico e dunque alle cure e all’assistenza”.

“È molto apprezzabile che Confindustria dispositivi medici si sia dotata di un codice etico improntato alla trasparenza già da quattro anni ma è chiaro che normare i rapporti tra industria e operatori sanitari non può essere demandato a un pur valido codice associativo ma necessita di una legge, come del resto avviene in altri grandi Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Come relatore della legge vigilerò sui decreti attuativi affinché vadano nella direzione che la legge indica, evitando che sia frenato lo spirito innovativo della norma” conclude.

© RIPRODUZIONE RISERVATA