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Martedì 15 NOVEMBRE 2022
Sardegna. Consiglio di Stato accoglie in prima istanza l’appello della Regione sulla richiesta di impugnazione del decreto energia

I consiglieri della IV Sezione motivano l’accoglimento dell’istanza cautelare rappresentata dalla Regione Sardegna sulla considerazione della “delicatezza delle questioni controverse, che investono aspetti cruciali dell’attuazione del “Piano nazionale integrato per l’energia e il clima-PNIEC 2019” e dell’approvvigionamento energetico della Regione Sardegna”, e rinviano l’udienza di discussione al 23 febbraio 2023. Solinas: “Il decreto ci obbliga a sostenere costi dell’energia in media più alti del 30% rispetto al resto del Paese”

L’appello della Regione Sardegna al Consiglio di Stato riguardo la sentenza del Tar del 26 settembre scorso che rigettava il ricorso della richiesta di impugnazione del decreto energia emanato dal governo Draghi da parte della stessa Regione, sul quale il governatore Christian Solinas aveva accennato a Quotidiano Sanità nel corso della recente conferenza stampa sui dati del rating ‘22, è stato accolto.

I consiglieri della IV Sezione, in sede giurisdizionale, motivano l’accoglimento dell’istanza cautelare rappresentata dalla Regione Sardegna, sospendendo così gli effetti del Decreto energia, sulla considerazione della “delicatezza delle questioni controverse, che investono aspetti cruciali dell’attuazione del “Piano nazionale integrato per l’energia e il clima-PNIEC 2019” e dell’approvvigionamento energetico della Regione Sardegna”, e rinviano l’udienza di discussione al 23 febbraio 2023.

“Abbiamo intrapreso un percorso per difendere a tutti i costi la nostra autonomia energetica e continueremo a farlo, forti delle nostre ragioni che oggi vengono ascoltate e riconosciute anche dai giudici di appello – dichiara il Presidente Solinas nel commentare l’ordinanza del Consiglio di Stato -.

La nostra posizione è chiara – prosegue il governatore – ed è stata più volte espressa in tutte le sedi istituzionali e poi davanti ai giudici amministrativi. Il decreto non tiene minimamente conto degli svantaggi strutturali che derivano alla Sardegna dalle condizioni insulari e, in palese violazione del principio di uguaglianza, con una evidente disparità di trattamento tra i Sardi e gli altri italiani, ci obbliga a sostenere costi dell’energia in media più alti del 30% rispetto al resto del Paese”.

“Su questi principi, recentemente riconosciuti anche nella Carta Costituzionale, abbiamo fondato i nostri motivi di impugnazione contro un provvedimento unilaterale, piovuto dall’alto, che non ha consentito alla Regione di avere voce in capitolo. Il pronunciamento del Consiglio di Stato ci dà modo di poter discutere la questione nel merito e di far valere le ragioni dei sardi, nella speranza di trovare con il nuovo Governo in carica spunti di riflessione comune e di intesa che non potranno comunque prescindere dai diritti irrinunciabili dei Sardi”, conclude il Presidente.

Elisabetta Caredda

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