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Giovedì 19 GENNAIO 2023
Firmo anche io per la legge di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata



Gentile direttore,
sostengo anche io la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare promossa dal Coordinamento per la democrazia costituzionale contro l’autonomia differenziata, e condivido le preoccupazioni espresse su questo giornale da Ivan Cavicchi.

Se la riforma dovesse passare, infatti, sancirebbe il fallimento definitivo di quel Servizio Sanitario Nazionale descritto dalla legge 833/1978: “Il Servizio Sanitario Nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronto del servizio”. E ancora: “Il Servizio Sanitario Nazionale nell’ambito delle sue competenze persegue il superamento degli squilibri territoriali nelle condizioni socio-sanitarie del Paese”.

Obiettivi impossibili da raggiungere con il rafforzamento degli attuali 20 servizi sanitari regionali che l’autonomia differenziata necessariamente porterebbe con sé. Una riforma che renderebbe impossibile assicurare quell’eguaglianza nell’accesso alle cure da parte dei cittadini che è stata già messa duramente alla prova dall’attuale regionalizzazione.

A confermarlo è stata da ultimo anche la Corte dei conti, che proprio questa mattina, nel Referto sulla gestione finanziaria 2020-2021 dei servizi sanitari regionali, ha messo in luce come, ad esempio, il numero delle dimissioni ospedaliere sia sceso “con tassi inferiori nel Nord-est (17%) e maggiori al Sud (25%)”.

Da anni CIMO sostiene la necessità di rafforzare il ruolo del Ministero della Salute a scapito delle Regioni. Speravamo che la lezione del Covid fosse servita quantomeno a comprendere la necessità di centralizzare il sistema di cure, e invece si ritira fuori dal cilindro una proposta che va esattamente nel verso opposto. E che ci condurrà inevitabilmente verso il fallimento del Servizio Sanitario Nazionale.

Guido Quici
Presidente della Federazione CIMO-FESMED

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