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Venerdì 13 DICEMBRE 2013
Acqua potabile. Dal 26 dicembre scattano i nuovi limiti per il piombo. In Italia a rischio dal 2 al 4% delle abitazioni private

Scenderà dall’attuale 25 µg/litro a 10 µg/litro in linea con le indicazioni dell’Oms. La realtà italiana vede un sostanziale rispetto dei nuovi limiti nella stragrande maggioranza dei punti di consegna, mentre, soprattutto nelle abitazioni più vecchie, si sono riscontrati valori superiori che richiederanno un nuovo impianto idrico. Ma non ci sono fondi e quindi il costo sarà a carico dell’inquilino.

Il piombo nell’acqua in dosi eccessive fa male. Con effetti patologici anche gravi. Dai disturbi neurologici e comportamentali, alle malattie cardiovascolari. Ma possono sorgere problemi anche ai reni, si possono avere fenomeni di ipertensione, ridotta fertilità e abroti e ritardo nella maturazione sessuale e alterato sviluppo dentale.
 
Insomma col piombo non si scherza. E infatti dal prossimo 26 dicembre scatteranno in Italia i nuovi limiti previsti da un Dlgs del 2001 che porteranno il limite a 10 µg/litro dai 25 µg/litro adottati dieci anni fa.
 
In vista della scadenza l’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato una “Nota informativa in merito alla potenziale contaminazione da piombo in acque destinate a consumo umano” discussa nel corso di una riunione con esperti Regionali tenutasi il 22 novembre 2013 presso il Ministero della Salute, e trasmessa allo stesso Ministero.
 
Sulla nota e in generale sulle ricadute della nuova normativa ospitiamo a parte un commento della dottoressa Loredana Musmeci, Direttore di Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’Iss.
 
Unica nota dolente a questa notizia riguarda, come sempre, le risorse economiche necessarie per mettere a norma la situazione. E in particolare le abitazioni private. Secondo i dati di recenti verifiche ambientali, mentre risulta già in linea con i nuovi limiti la stragrande maggioranza dei punti di consegna dell’acqua al contatore, la cui eventuale messa a norma spetterà al Comune, per quanto riguarda le abitazioni private si è rilevata una percentuale variabile tra il 2 e il 4% di superamento del nuovo limite, soprattutto negli stabili antecedenti agli anni ’60. Una situazione che richiederebbe il rifacimento dell’impianto idrico obsoleto responsabile della “produzione” di piombo nell’acqua dal contatore al rubinetto di casa.
 
Ma non ci sono risorse pubbliche per sostenere la spesa o anche solo incentivarla tramite agevolazioni fiscali dedicate, così che gli oneri ricadranno sui singoli inquilini.
 
Non ci saranno del resto sanzioni per chi non si metterà a norma. Ma resta il fatto che, di fatto, si creeranno discriminazioni evidenti tra chi può permettersi la spesa e chi no. E in ballo non c’è un rubinetto nuovo fiammante ma la salute.
E sì perché per stare sicuri l’unica soluzione è quella di un nuovo impianto, come spiega bene la nota dell’Iss che sottolinea come “la rimozione del piombo in contatto con l’acqua è l’unica soluzione definitivamente efficace per eliminare il rischio . E che pertanto è bene “programmare la sostituzione dei materiali contenenti piombo a contatto con l’acqua potabile con materiali conformi alla vigente normativa”
 
Solo come soluzione temporanea – spiega poi la nota dell’Iss – è comunque importante non utilizzare per preparare o cuocere alimenti o bevande acqua prelevata calda dal rubinetto dell’abitazione in quanto le temperature elevate favoriscono la corrosione e cessione di piombo dall’impianto all’acqua”. Aggiungendo che “a titolo precauzionale è bene prevenire l’assunzione di acqua potenzialmente contenente livelli di piombo superiori ai limiti di legge alle donne in stato di gravidanza, neonati e bambini al di sotto dei 6 anni di età”.

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