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Acqua potabile e piombo. L’Italia si mette in regola

di Loredana Musmeci

13 DIC - Dal 26 dicembre 2013 il valore di parametro per il piombo nelle acque destinate a consumo umano sarà di 10 µg/litro, in sostituzione dell’attuale limite di 25 µg/litro, adottato dieci anni fa, in regime transitorio, all’entrata in vigore del Decreto legislativo 31/2001 e s.m.i., “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano.”   
 
Il periodo di transizione che ha precorso la vigenza del limite di 10 µg/litro, di imminente introduzione, è stato considerato necessario in sede europea sulla base di ragioni pragmatiche ed economiche correlate alla natura ed entità degli interventi necessari a ridurre la presenza di piombo nelle acque al rubinetto.
 
Infatti, salvi rari casi di inquinamento delle risorse idriche di origine per cessioni dell’elemento da rocce e sedimenti soggiacenti l’acquifero, la principale causa di contaminazione da piombo nelle acque destinate a consumo umano è legata alla migrazione del metallo dai materiali costituenti le reti idro-potabili, specialmente quelle interne agli edifici. Pertanto l’eliminazione o mitigazione dei rischi nel lungo periodosi correla nella gran parte dei casi alla sostituzione di tutto o parte dell’impianto di distribuzione domestica, azione che richiede notevoli risorse in termini economici e di tempo.
 
La presenza di piombo nelle acque destinate a consumo umano potrebbe comportare rischi per la salute dei consumatori. È infatti accertata l’associazione tra esposizione al piombo (di tipo occupazionale o di altra natura, quale ad esempio un avvelenamento accidentale) ed effetti patologici, anche gravi, di diversa natura tra i quali disturbi neurologici e comportamentali, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, ipertensione, ridotta fertilità ed aborti, ritardo nella maturazione sessuale ed alterato sviluppo dentale. 
 
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), recependo anche le indicazioni del Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sugli additivi alimentari (JECFA) considera che, allo stato, le analisi dose-risposta non forniscono indicazioni sulla sussistenza di un valore soglia per alcuni rilevanti effetti tossici del piombo, in particolare rispetto a possibili disturbi nello sviluppo neurologico, per i quali feti, neonati e bambini fino a 6 anni di età rappresentano sottogruppi sensibili. La OMS ha quindi stabilito per il piombo un valore guida provvisorio di 10 µg/litro in acque destinate a consumo umano, sulla base delle prestazioni dei processi di trattamento e dei metodi analitici, ed ha raccomandato l’implementazione di misure di prevenzione collettiva per ridurre l'esposizione totale al piombo della popolazione generale ed in particolar modo delle fasce sensibili.
 
I dati dei controlli della contaminazione da piombo nelle acque potabili in Italia da parte delle Autorità sanitarie e dei gestori idrici, si riferiscono principalmente a campioni prelevati nei punti di consegna (contatori) delle abitazioni e nei punti di utenza in edifici pubblici ad uso collettivo, (soprattutto scuole ed ospedali).  I risultati registrano, in generale, valori significativamente inferiori a 10 µg/litro per il piombo al punto di consegna (contatore), mentre superamenti del limite sono talvolta registrati al rubinetto di utenza soprattutto in costruzioni antecedenti agli anni ‘60, generalmente ubicate in centri o quartieri storici.
 
Una stima molto approssimativa indicherebbe come potenzialmente a rischio circa il 2%-4% di abitazioni private. Per quanto riguarda gli edifici pubblici, sulla base dei risultati dei controlli in diverse regioni sono state operate sostituzioni di impianti nelle circostanze a maggior rischio.
 
In tale contesto, l’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato una “Nota informativa in merito alla potenziale contaminazione da piombo in acque destinate a consumo umano” discussa nel corso di una riunione con esperti Regionali tenutasi il 22 novembre 2013 presso il Ministero della Salute, e trasmessa allo stesso Ministero, che si inquadra nell’ambito delle azioni di coordinamento e sorveglianza dell’Autorità Sanitaria centrale in merito alla mitigazione e prevenzione della contaminazione da piombo nelle acque destinate al consumo umano, condotte sotto l’egida Regionale.
 
La nota, pubblicata sul sito web dell’Iss, contiene informazioni specifiche sull’origine della presenza di piombo nelle acque destinate a consumo umano, effetti sulla salute, valore guida e limite di legge. Vengono poi richiamate le responsabilità nelle attività di prevenzione di contaminazione da piombo in acque destinate a consumo umano ed in seguito al verificarsi di non conformità nelle acque al rubinetto e riportati dati sullo scenario della contaminazione da piombo nelle acque in Italia. 
 
Una sezione specifica della nota è rivolta ad informare i consumatori su come valutare la possibilità di un rischio di contaminazione da piombo nelle acque distribuite all’interno delle abitazioni e, nel caso di rischio,  vengono fornite raccomandazioni di breve e lungo periodo al fine di prevenire l’esposizione al piombo attraverso il consumo delle acque.
 
Loredana Musmeci
Direttore di Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria

13 dicembre 2013
© Riproduzione riservata
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