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Venerdì 29 OTTOBRE 2021
Bosa. Il sindaco Casula fa il punto sul futuro della sanità del territorio

A 24 ore dall’incontro con l’assessore Mario Nieddu, il primo cittadino di Bosa interviene per precisare che “grandi novità su problematiche sanitarie complesse dei presidi ancora non ce ne sono. Ma significativa la richiesta presentata al Ministro di una modifica normativa che consenta la ridistribuzione dei medici specialisti tra tutti gli ospedali della Sardegna”. Il 3 novembre la convocazione straordinaria della Commissione Salute.

Sull’incontro di ieri mattina che ha visto l’Assessore alla Sanità, l’Anci Sardegna, il CAL, il direttore generale dell'assessorato, i vertici di Ats, delle Assl e degli ospedali dei territori di riferimento a confronto con i sindaci delle aree di Nuoro, Oristano e Lanusei per affrontare le criticità di questi territori, il primo cittadino della comunità di Bosa, Piero Franco Casula, ha tenuto a fare al nostro giornale delle precisazioni.

“Tutti abbiamo posto in evidenza – spiega Casula - la gravità della situazione sia per la Sanità ospedaliera che territoriale che travolge la nostra provincia, quella di Oristano. All’incontro dei Sindaci dell’area, oltre al sottoscritto, erano presenti gli altri sindaci di Oristano, Ghilarza, Ales, Terralba e San Vero Milis”.

“Dall’interlocuzione intrapresa non sono emerse grandi novità – rileva il primo cittadino -, semmai quella che ritengo sia più significativa è la richiesta, appresa dall’assessore, presentata al Ministro di una modifica normativa che consenta la ridistribuzione dei Medici specialisti tra tutti gli ospedali della Sardegna. Oggi ad esempio i 3 presidi di Oristano (San Martino, Mastino e Delogu) hanno in organico 15 anestesisti, contro i 29 dei 3 presidi di Olbia. In attesa dunque del reperimento di nuovi medici specialisti, quello della ridistribuzione proporzionale tra i presidi sardi sembra essere la risposta più immediata. E sull’argomento ‘risorse umane’, abbiamo inoltre chiesto di metterci a disposizione i dati del 2015 e quelli del 2021”.

“Per quanto riguarda l’ospedale San Martino – continua Casula -, novità importanti sono la ripartenza dell'emo-dinamica e dell'onco-ematologia, anche se permangono i problemi al pronto soccorso. E’ rilevante anche il fatto che Bosa sia stata riconosciuta come sede disagiata in previsione della nuova programmazione sanitaria regionale. Poi ancora, il discorso dei medici, è venuto fuori che ad oggi tutti gli specialisti presenti in Sardegna sono stati contrattualizzati. Mediamente c'è una carenza media di alcune specifiche specialità del 35% ma, in alcuni casi si supera anche il 50%”.

“Per quanto riguarda Bosa – sottolinea il primo cittadino -, per poter far ripartire l'attività chirurgica si sta cercando una soluzione con anestesisti provenienti da altri presidi, fermo restando che la carenza di medici sta mettendo a serio rischio lo stesso pronto soccorso, la medicina e il laboratorio, per i quali si sono chiesti interventi immediati, ma di non facile soluzione. La Regione Sardegna intanto, con la legge omnibus, ha finanziato con 13 milioni di euro nuove forme di incentivazione per chi andrà nelle cosiddette zone disagiate, oltre alla copertura di ulteriori prestazioni aggiuntive. Da tener conto che in questo momento alcuni altri servizi essenziali come ad esempio fisiatra, otorino, reumatologo, risultano scoperti in conseguenza di alcuni medici no vax; problema di tutta Italia per i quali si stanno cercando soluzioni”.

“Sull’attività poi di pediatra – conclude Casula - è stata confermata dall'assessore la firma dell'accordo con i sindacati, ma rimaniamo in attesa di documenti ufficiali che certifichino l'accordo regione - sindacati e si sblocchi il riconoscimento di sede disagiata vacante, dando il via libera alla copertura del servizio e all'assunzione finalmente del pediatra. Per la farmacia territoriale infine, è stata chiesta almeno l'apertura di 2gg alla settimana. Attendiamo ora il prossimo confronto il 3 novembre a Cagliari, dove siamo stati convocati in sessione urgente dalla Commissione Sanità”.

Elisabetta Caredda

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