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QS Edizioni - venerdì 26 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Alzheimer. Con analisi liquido cerebrospinale, diagnosi più sicure

di Marilynn Larkin
immagine 19 ottobre - Un gruppo di ricercatori della Alzheimer’Association ha classificato le situazioni cliniche in cui l’analisi del liquido cerebrospinale consente una diagnosi certa di Alzheimer. Gli autori auspicano,comunque, che presto la metodica entri nella routine diagnostica
(Reuters Health) – L’analisi del liquido cerebrospinale ottenuto mediante puntura lombare potrebbe rivelarsi una metodica appropriata per confermare o escludere la malattia di Alzheimer in pazienti selezionati. È quanto suggerisce un gruppo di lavoro della Alzheimer’s Association, coordinato da James Hendrix, che ha pubblicato su Alzheimer’s and Dementia una revisione sistematica delle evidenze e delle indicazioni cliniche dell’analisi del liquido cerebrospinale per “gruppi di pazienti chiave”.

La classificazione. 
Gli esperti hanno evidenziato sei indicazioni “appropriate” per l’uso della puntura lombare e otto “non appropriate”. Tra le indicazioni appropriate c’è quella di valutare persone con declino cognitivo soggettivo e considerate ad aumentato rischio di Alzheime, sulla base di indicatori quali persistente declino della memoria, insorgenza dei sintomi dopo i 60 anni ed esordio negli ultimi cinque anni. Inoltre, è appropriato effettuare l’analisi del liquido cerebrospinale nelle persone con decadimento cognitivo lieve, persistente, progressivo e inspiegabile, in quelle che hanno sintomi che suggeriscono un’eventuale malattia di Alzheimer, che hanno una lieve alterazione cognitiva o demenza che si è manifestata prima dei 65 anni,  tra coloro che soddisfano i criteri clinici per un probabile Alzheimer con la tipica età di esordio e in quelli che hanno come sintomo dominante un inspiegabile cambiamento di comportamento.

Per quanto riguarda le situazioni in cui l’uso della puntura lombare non è appropriato, invece, gli esperti hanno citato casi in cui un paziente non ha problemi cognitivi, ha un declino cognitivo soggettivo ma non è ad alto rischio di Alzheimer, o ha sintomi che suggeriscono Parkinson o demenza di Lewy. Per quel che riguarda, invece, specifici biomarker, il panel si è focalizzato sull’amiloide b42 e su t-tau e p-tau181, a livello di liquido cerebrospinale.
I commenti
“A nostro avviso, l’analisi del liquido cerebrospinale dovrebbe essere sempre contemplata nella diagnosi di Alzheimer e di altre demenze, anche se il test non è attualmente ampiamente disponibile”, dice Hendrix. “Ci auguriamo che la pratica diventi standard nei prossimi anni.Questo tipo di test potrebbe aiutare nella diagnosi precoce per far entrare prima i pazienti, per esempio, in studi clinici su farmaci che vorrebbero ridurre la progressione della malattia alle prima fasi. Inoltre, con una diagnosi più precisa, si eviterebbe di somministrare farmaci inutili”.

Fonte: Alzheimer’s and Dementia

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 
19 ottobre 2018
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