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QS Edizioni - sabato 27 aprile 2024

Studi e Analisi

Uranio impoverito e salute militari. Necessaria l’approvazione della proposta di legge Scanu

di Domenico Della Porta
immagine 9 marzo - Per dare seguito alle proposte di miglioramento dei livelli della salute e sicurezza e della tutela previdenziale del personale delle Forze armate e del comparto sicurezza, si è chiesto al Governo di avviare un tavolo di concertazione per definire le più efficaci modalità di transizione dal regime vigente a quello che entrerà in vigore dopo l’auspicata approvazione, da parte del prossimo Parlamento, della proposta elaborata dalla Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito.
In Serbia si è registrata una incidenza di tumori maligni, malattie del sangue e congenite nella popolazione infantile 18 volte più alta rispetto alla media europea, probabilmente dovuta ai residui dell’uranio impoverito riscontrato subito dopo la guerra del Kosovo del 1999. Così ha spiegato il Presidente della Commissione Salute e Famiglia del Parlamento Serbo, Darko Laketic, in una Conferenza stampa alla Camera dei Deputati tenuta insieme al Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito Gian Piero Scanu.
 
Nel nostro Paese ha detto il parlamentare dei Balcani, da studi fatti nel periodo 2000-2004 sulla popolazione infantile e le malattie vascolari congenite, è stato accertato che la percentuale di queste patologie ha raggiunto il 14,8 per cento, rispetto a quella europea dello 0,8 per cento. Nel periodo antecedente i bombardamenti in Serbia, i valori erano uguali a quelli del resto dell’Europa.
 
“Ecco perché - ha detto il Presidente Scanu, introducendo la conferenza stampa - respingo con determinazione le accuse sollevate da più parti all’indomani della presentazione della Relazione finale, definendo inacettabili i risultati della medesima Commissione. In quella occasione anche il Ministro della Difesa Pinotti, altrettanto inopinatamente, stigmatizzò il nostro atteggiamento parlando di una criminalizzazione delle Forze Armate, orchestrata proprio dalla Commissione. Dieci giorni fa abbiamo inviato al Parlamento europeo e a tutti i gruppi parlamentari il risultato del nostro lavoro, ribadendo il valore scientifico e politico di quanto in essa riportato e sottolineando che tutto ciò rende internazionale il nostro lavoro, affinchè tutte le assocazioni potessero divulgarla nel resto del mondo”.
 
La Commissione Salute e Famiglia del Parlamento serbo attingerà dalla relazione finale della Commissione Parlamentare sull'uranio impoverito. "Laketic ha dimostrato una grande attenzione al nostro lavoro - sostiene Scanu - tanto da generare un contatto che si è sviluppato in un confronto per esplicitare meglio i contenuti del lavoro finale della nostra Commissione".
 
Speranza di Scanu è che la Serbia "possa attingere dalla nostra conoscenza, attraverso un travaso di esperienze che diventerà patrimonio anche della Serbia. Si tratta di aree tragicamente colpite dalle atrocità di una guerra resa disumana per le modalità impiegate".
 
"La relazione - replica Laketic - dimostra un grande valore e coraggio della Commissione. Dal punto di vista scientifico i risultati sono molto rilevanti. La relazione finale ha fatto fare un passo avanti sulla coscienza ecologica, in Italia ma non solo. Stiamo cercando da tempo di capire quali sono le cause di queste malattie che colpiscono specialmente le nuove generazioni. Sono certo che la relazione ci aiuterà ad andare fino in fondo. Al mio rientro in Serbia proporrò alla Commissione Salute e Famiglia del Parlamento serbo di costituire una simile commissione d'inchiesta nel parlamento serbo simile a quella che esiste in Italia".
 
Con la relazione finale si è fatta finalmente chiarezza su argomenti per i quali c’erano non poche perplessità e ancora numerosi dubbi:
• Casi di militari gravemente ammalatisi, a seguito di esposizione ai fattori patogeni inclusi nell’oggetto dell’inchiesta.
 
• Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, sia sul territorio nazionale che all’estero.
 
• Adeguatezza degli istituti indennitari e previdenziali.
 
• Rischio ambientale determinato dall’attività delle Forze armate nei poligoni di tiro, anche con riferimento ai territori limitrofi e alle popolazioni ivi residenti.
 
• Rischi alla salute derivanti dall’esposizione all’amianto e al radon, e dalla somministrazione dei vaccini.
 
La presenza di amianto ha purtroppo caratterizzato navi, aerei, elicotteri. Tanto è vero che la Commissione d’inchiesta è giunta ad accertare che solo nell’ambito della Marina Militare 1.101 persone sono decedute o si sono ammalate per patologie asbesto-correlate. Desta poi allarme la situazione dei teatri operativi all’estero. La Commissione ha dovuto constatare l’esposizione a inquinanti ambientali in più casi nemmeno monitorati.
 
Questi due anni di investigazioni a tutto campo hanno consentito di fare finalmente piena luce sugli otto meccanismi procedurali e organizzativi che oggettivamente convergono nel produrre il duplice effetto di offuscare i rischi incombenti su militari e cittadini e nel contempo di arginare le
responsabilità dei reali detentori del potere:

1) datori di lavoro sprovvisti di autonomi poteri decisionali e di spesa;

2) ispettori “domestici”: nei luoghi di lavoro delle Forze armate, la vigilanza sulla applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza è svolta esclusivamente dai servizi sanitari e tecnici istituiti presso la predetta amministrazioni. La loro azione si è dimostrata insufficiente;

3) DVR e DUVRI omessi o inadeguati: la diffusa inosservanza degli obblighi inerenti alla valutazione dei rischi risulta perfettamente funzionale a una strategia di sistematica sottostima, quando non di occultamento, dei rischi e delle responsabilità effettive. Una conferma si trae dall’esame dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Comandante del Comitato OperativoInterforze, irremovibile in data 23 febbraio 2017 nel dichiarare che nei teatri operativi all’estero non sarebbe doverosa una stretta osservanza dell’obbligo di valutazione dei rischi;

4) Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e Medici competenti (MC) tra inerzie e note di linguaggio. In alcuni siti, RSPP e/o MC sono risultati addirittura assenti. Inoltre RSPP esaminati dalla Commissione hanno palesato seri limiti nello svolgimento della propria attività. Utile è prendere in considerazione le dichiarazioni dell’RSPP di Capo Teulada: “Ho appreso oggi che esistono altre tipologie di rischio, come quello delle nanoparticelle”;
 
5) RLS nominati dal datore di lavoro;
 
6) la crisi del CISAM e del CETLI: nel corso dell’inchiesta, il CISAM ha dichiarato la propria incapacità operativa a provvedere a una completa caratterizzazione radiometrica. Anche gli accertamenti sulle attività svolte dal CETLI NBC in merito a fattori di rischio chimici e biologici hanno evidenziato diverse criticità. Già nell’esame testimoniale dell’8 marzo 2017, il Direttore interinale del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC aveva affermato che “l'ente non è in grado di effettuare analisi su particolato aerodisperso e nanoparticolato”;

7) un Osservatorio epidemiologico della difesa scientificamente non accettabile.

8) sanzioni pagate dallo Stato.

Basilare sarebbe l’approvazione della Proposta di Legge Scanu AC 3925, firmata dalla quasi totalità dei componenti della Commissione, più che mai indispensabile al fine di garantire un’effettiva prevenzione contro i rischi incombenti su militari e cittadini. Dalla comparazione tra il trattamento riservato al personale delle Forze armate e quello garantito alla generalità dei lavoratori, compresi i dipendenti civili dello Stato, è risultato di tutta evidenza che la tutela indennitaria prevista dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è di maggior favore rispetto a quella garantita dall’equo indennizzo.
 
Inoltre, il percorso amministrativo che porta al riconoscimento della c.d. "causa di servizio" per le Forze armate non garantisce sufficientemente la terzietà di giudizio. Per dare concretamente seguito alle proposte di miglioramento dei livelli della salute e sicurezza e della tutela previdenziale del personale delle Forze armate e del comparto sicurezza, la Commissione ha chiesto al Governo di avviare un tavolo di concertazione tra il Ministero della Difesa, il Ministero dell’Interno, gli altri ministeri interessati, e l’INAIL per definire le più efficaci modalità di transizione dal regime vigente a quello che entrerà in vigore dopo l’auspicata approvazione, da parte del prossimo Parlamento, della proposta di legge elaborata da questa Commissione.
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali
Università degli Studi di Salerno 
9 marzo 2018
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