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Giovedì 10 NOVEMBRE 2022
La campagna elettorale è finita gli slogan sulla sanità no



Gentile Direttore,
ieri Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia) ha rilasciato alcune dichiarazioni che destano preoccupazione e meritano un commento. I punti toccati dal Sottosegretario sono quattro: i primi tre hanno riguardato i "tre elementi negativi" che hanno portato il nostro SSN a subire la pandemia da Covid (regionalizzazione, finanziamento e debolezza della assistenza territoriale) mentre il quarto ha riguardato proprio la gestione della pandemia.

Ed ecco la sintesi del Gemmato pensiero sui tre mali del nostro SSN:

Trovo personalmente molto gravi queste affermazioni perché il tempo della campagna elettorale è finito e le tre vere criticità di sistema che il Sottosegretario ha preso in considerazione non possono essere affrontate in questo modo a colpi di slogan.

Quello del Sottosegretario è un ruolo importante e delicato. Ecco in cosa consiste questo ruolo secondo openpolis: “I sottosegretari di stato sono nominati con decreto del presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, in accordo con il ministro referente e hanno il compito di coadiuvare i ministri nell’esercizio delle loro funzioni.”

Le dichiarazioni di Gemmato stanno a indicare che proporrà di tornare indietro rispetto alla regionalizzazione della sanità e di rivedere i criteri di determinazione e di riparto del Fondo Sanitario Nazionale. Bene, ma a lui non tocca più di fare “minacce”, ma proposte. Ne ha di pronte? Ha idea di come impostarle? Non mi pare sia il caso di affrontare con tanta superficialità questioni così delicate.

Ma dove le affermazioni del Sottosegretario mi sembrano non solo superficiali, ma francamente sbagliate, è a proposito della assistenza territoriale e della risposta alla pandemia. Sulla assistenza territoriale lascia intendere la volontà di riaprire i piccoli ospedali (che come scelta politica sarebbe una vera follia programmatoria) e sulla pandemia si inventa una politica vaccinale tutta sua in cui “la vaccinazione va fortemente consigliata ai cluster che danno mortalità.”

Infatti, a parere del Sottosegretario, “non ha senso farlo nelle persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest'epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive”.

E’ questo il modo in cui il Sottosegretario Gemmato intende “coadiuvare” il Ministro della Salute Schillaci? Comunque pare che i due vertici istituzionali della nostra sanità stiano lavorando già in sintonia visto che nel corso dello stesso evento il Ministro ha affermato che “è importante proseguire la campagna vaccinale contro il Covid-19 e l'influenza per assicurare un'alta copertura degli anziani e dei fragili.”

Insomma, su questa visione del ruolo dei vaccini contro il Covid il Governo ha ormai una sua linea “riduzionista”. Io invece sto con lei Direttore quando scrive, come ha fatto pochi giorni fa: “ le evidenze sull’opportunità di rilanciare le campagne vaccinali ci sono, ma al momento sembrano aver assunto più le caratteristiche di profezie menagrame verso le quali fare gli scongiuri se non proprio voltarsi dall’altra parte con una certa insofferenza”.

Non penso che il Servizio Sanitario Nazionale ce la possa fare a superare questa fase drammatica se ai suoi massimi livelli istituzionali si continuerà a preferire la politics alla policy, dove “policy è la ricerca di una via razionale per risolvere problemi complessi che coinvolgono società, economia e tecnologia e politics è la ricerca di consensi popolari, e la loro aggregazione verso soluzioni che siano accettate anche se non necessariamente ottimali.” La citazione è vecchia, ma sempre buona, anzi ottima di questi tempi (Linkiesta, 2011).

Claudio Maria Maffei

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