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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Forresu (Link Campus University): "Corruzione è un virus. Costruire indicatori per stimarne variazioni"

23 gennaio - Riportiamo qui di seguito il contributo di Walter Forresu della Link Campus University, intervenuto questa mattina alla prima Assise nazionale sull'etica di sanià pubblica, promossa dall'istituto per la promozione dell'etica in sanità (Ispe).

La corruzione è un virus che muta, si adatta e sviluppa nuove difese e forme di attacco. Una recente ricerca dell’Università di Oxford ne ha analizzato l’evoluzione. La criminalità più forte ed evoluta ha modificato il precedente assetto di struttura rigidamente gerarchica, ed è un network internazionale. Non è più soltanto il suo vertice che corrompe quello dell’organizzazione aggredita, perché le sue azioni avvengono attraverso reti complesse, nei cui nodi operano persino entità non colpevoli, ignare di essere portatrici sane del virus corruttivo.
La ricerca dell’Università di Oxford ha quindi evidenziato che l’evoluzione della criminalità è in buona parte avvenuta nella sua organizzazione, che è in grado di interagire con quella della vittima in nuovi modi e contaminarla a diversi livelli gerarchici.
I sistemi legali di molti Paesi hanno allo studio potenziamenti del sistema legale per fronteggiare la maggiore pervasività della corruzione. Inoltre, i principi deontologici degli operatori innestati nei processi di lavoro e di controllo possono erigere nuove barriere contro il crimine e rinforzare l’azione di contrasto compiuta dagli inquirenti. L’identificazione e il sostegno di isole d’integrità nel sistema possono agire come antivirus di una nuova specie.

Il patto scellerato fra il corruttore e il suo complice richiede implicitamente il silenzio e l’occultamento accurato delle tracce delle azioni illecite. Quando l’azione corruttiva si propaga a più soggetti che possono trarne vantaggio, il silenzio di poche persone diventa omertà.
I cartelli che esercitano pressioni e controllano i prezzi delle forniture non sono sempre facilmente identificabili. Non lo sono neppure le società con oscuri ruoli intermedi, spesso gestite da prestanome, che inducono all’acquisizione di beni e servizi ridondanti a costi elevati o lucrano sull’inserimento di personale interinale e altri contratti. L’omertà cela la frequente lottizzazione delle posizioni e le manovre per pilotare i concorsi. I meccanismi delle convenzioni, talvolta, consentono alle aziende della Sanità privata di generare profitti molto elevati, soprattutto perché i costi maggiori per diagnosi e interventi e i rimborsi gonfiati gravano sul Sistema Pubblico.
Tutto ciò crea una corruzione più insidiosa e nascosta di quella che si manifesta con tangenti e mazzette: il propagarsi di sprechi e disfunzioni. Al proposito, il commissariamento della ASL di Salerno, i cui risultati furono resi noti nel 2011, rilevò centinaia di milioni di sprechi relativi solo a quei pochi mesi di gestione controllata.
La difesa dell’integrità e dell’efficacia nell’impiegare il denaro dei cittadini non deve trascurare questi aspetti, che inducono ISPE Sanità a considerare il fenomeno corruttivo come insieme di corruzione, in senso strettamente legale, con disfunzioni e sprechi.

I primi obiettivi di ISPE Sanità sono lo studio della corruzione, del suo peso economico e quello delle disfunzioni e degli sprechi. Ciò consentirà l’individuazione delle vulnerabilità del sistema e la realizzazione, da parte dell’Istituto, di strumenti e servizi per il miglioramento.
Per raggiungere gli obiettivi, ISPE inizia la propria attività con una ricerca. I temi sono lo stato della corruzione nel settore, in collaborazione con Transparency International Italia, e, autonomamente, i parametri economici, l’organizzazione e la gestione della Sanità pubblica. Con i dati ottenuti dalla ricerca, sarà costruito un indicatore della corruzione nella Sanità, aggiornato, perfezionato e controllato nel tempo per stimare le variazioni del fenomeno.

Il primo passo nella creazione dell’indicatore è la conoscenza del valore economico dei crimini accertati, che permette di calcolarne l’incidenza sui costi complessivi della Sanità. Tuttavia, poiché i crimini accertati nei Tribunali sono solo una parte di quelli che avvengono realmente, la loro incidenza economica deve essere considerata un indice di minima, che richiede un’estrapolazione per avvicinarsi al valore alla realtà probabile.
La parte economica della ricerca classifica i costi della Sanità e li confronta con quelli sostenuti in altri Paesi. In questo modo, si ottiene una valutazione di efficienza. Inoltre, il confronto fra la ricerca legale e quella economica fornisce una relazione fra tipi di corruzione e le categorie di costo interessate (acquisti, servizi, e altri). Dalla categoria del costo, si risale all’entità organizzativa che ne è responsabile.
Nell’analisi organizzativa, sono valutati i fattori chiave della Governance che concorrono al rischio di corruzione. Fra loro, per esempio, sono determinanti la distribuzione dei poteri, i processi decisionali, la presenza o assenza degli Organi di controllo e auditing, di membri tecnici e rappresentanti degli stakeholder nei Consigli di Amministrazione, e altri.
I fattori di rischio ottenuti, completati dalla percezione della corruzione stimata in rilevamenti effettuati da vari Istituti nazionali, consentono di estrapolare l’incidenza minima della corruzione legalmente accertata, ottenendo un indice statisticamente più prossimo alla realtà.
ISPE ha la strumentazione metodologica per eseguire le analisi precedenti e utilizza modelli internazionali e nazionali consolidati. Fra questi, è inclusa anche la Legge 231, sinora applicata alle aziende private, ma valida anche per il Sistema pubblico per quanto concerne la descrizione dei compiti degli Organi di controllo e prevenzione della corruzione.

 
23 gennaio 2013
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