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QS Edizioni - mercoledì 1 maggio 2024

Mangiacavalli (Ipasvi): “Infermieri italiani attenti e preparati e prima di ogni cosa fedeli al principio di tutelare la vita e la salute dei cittadini”

14 maggio - Siamo vicini all’infermiere che tornato dalla Sierra Leone dove era volontario per Emergency, ha scoperto di aver contratto ebola e si è autoisolato come prevedono i protocolli in caso di sospetto di infezione. Gli siamo vicini e ne siamo orgogliosi perché la sua competenza e la sua preparazione dimostrano come i nostri  infermieri non siano “soggetti a rischio” come molti li hanno definiti al momento dell’esplosione dell’epidemia, ma sono professionisti attenti, preparati e, soprattutto fedeli al principio che la prima cosa da tutelare è la vita e la salute dei cittadini.
 
D’altra parte la Federazione Ipasvi ha subito messo in campo le misure per la tutela dei propri iscritti affinché possano essere volontari consapevoli e pronti rispetto alla gravità della malattia. Per questo è stato organizzato già dallo scorso anno un corso Ecm ad hoc su come affrontare l’epidemia di ebola. L'obiettivo formativo specifico è quello di acquisire le informazioni aggiornate sull'epidemia, saper riconoscere i sintomi della malattia e porre in atto le precauzioni necessarie per ridurre la diffusione della malattia. Saper agire nei confronti dei casi sospetti. Saper comunicare correttamente il rischio evitando la stigmatizzazione. Esattamente quello che ha fatto l’infermiere sassarese.
 
Barbara Mangiacavalli
Presidente Fnc Ipasvi
14 maggio 2015
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