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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Lala (Omceo Roma) contro Procura: “Fuori da realtà rifarsi al caso Regeni” 

9 giugno - “In merito al processo ai Appello bis ai medici dell’Ospedale Sandro Pertini per il decesso di Stefano Cucchi, l’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri non può non rilevare l’abnormità delle accuse mosse ai medici che avevano in carico il paziente in stato di detenzione e del paragone addirittura con l’assassinio avvenuto in Egitto del ricercatore Giulio Regeni. Spingersi ad assimilare le due tristi vicende e il trattamento riservato ai due giovani è quantomeno improprio sul piano fattuale e lascia sconcertati”, commenta il presidente dell’Ordine, Roberto Lala.
 
L’Ordine ricorda “di aver voluto e istituito un’apposita Commissione, con esperti indipendenti, per esaminare ogni aspetto medico legato al decesso di Stefano Cucchi. Da questa Commissione è scaturita un’accurata relazione da cui non è emersa alcuna negligenza od omissione da parte del personale sanitario che aveva in carico il giovane nella sua situazione di detenuto. Conclusioni cui era giunta anche la sentenza di Appello. Confermando la mancanza di responsabilità dei medici e del personale sanitario”.
 
L’intero Consiglio direttivo dell’Ordine capitolino “esprime forte perplessità e preoccupazione per le affermazioni del PG, Eugenio Rubolino”.
 
“Al di là del giudizio finale cui giungerà il nuovo processo riteniamo che il ricorso ad accuse tanto gravi quanto infamanti, rischino di minare ulteriormente il rapporto di fiducia dei cittadini verso le istituzioni e di coinvolgere, soprattutto, a livello mediatico l’intera categoria medica.”, evidenzia Lala. “Come Ordine e come organo istituzionale siamo stati i primi ad affermare che se vengono individuati dei responsabili di questa morte essi devono essere puniti, a prescindere dalla divisa o dal camice che indossano. Ma le accuse e le prove devono essere rispondenti ai fatti. Di certo non è pensabile che l’operato dei medici del Pertini sia accostabile a quello di assassini o addirittura a quello di chi ha torturato il povero Regeni”.
9 giugno 2016
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