L'imprenditore elvetico
Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit sulle vittime dell'amianto, è stato condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso. Due anni in più rispetto alla
pena inflittagli in primo grado, il 13 febbraio 2012. Il magnate svizzero di 66 anni è l'unico imputato rimasto al processo Eternit dopo la morte, avvenuta il 21 maggio scorso, del barone belga Louis De Cartier De Marchienne. L’accusa è quella di aver continuato a mantenere operative le loro fabbriche di amianto a Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), nonostante sapessero che questo materiale fosse altamente cancerogeno e dunque letale. La Corte ha anche disposto provvisonali per 20 milioni di euro alla Regione Piemonte e di oltre 30,9 milioni per il comune di Casale Monferrato.