"I bambini non devono essere considerati l'indicatore del danno alla salute. Si proceda dunque, immediatamente, alla bonifica dei siti inquinati e al controllo delle fonti d'inquinamento, da Taranto alla Terra dei fuochi tra Napoli e Caserta". La richiesta arriva dall'Associazione culturale pediatri (Acp), impegnata a Monza, la scorsa settimana, per il 25° congresso nazionale, ed è rivolta in particolare ai ministeri della Salute e dell'Ambiente.
"L'esposizione a sostanze tossiche - dicono in un documento approvato dall'assemblea - è contro il diritto alla salute e all'uguaglianza, sanciti dalla Costituzione. I bambini dei territori contaminati hanno diritto al futuro". Territori "provati da decenni di inquinamento, dove i bambini sono indiscutibilmente esposti a sostanze tossiche e cancerogene".
Per i pediatri, è necessario adottare il principio di precauzione, raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità, di fronte a rischi gravi di patologie irreversibili.
La comunità scientifica internazionale ha individuato da molti anni, conclude il documento, "le sostanze che certamente sono dannose per la salute. Pertanto, non vi è alcun bisogno di ulteriormente dimostrare, con onere della prova a carico delle vittime, il danno alla salute determinato dall'esposizione a queste sostanze".
I pediatri dell'Acp sollecitano un intervento del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza. A Vincenzo Spadafora chiedono di fare propria questa battaglia, su cui "non è più possibile abbassare il livello di guardia, anche alla luce dalle scoperte recenti di nuovi siti inquinati".