La Asl Roma A effettuerà la diagnosi preimpianto sugli embrioni di una coppia non sterile portatrice del gene della fibrosi cistica. Una possibilità fino ad oggi negata dalla Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita ma che in applicazione ad una sentenza della Corte Edu, fonte principale nel nostro ordinamento, senza rinviare la legge alla Corte Costituzionale, dovrà essere concessa ad una coppia di genitori che ha già una bambina affetta da fibrosi cistica.
È il primo caso in cui questo tipo di procedura su una coppia fertile verrà eseguita in una struttura pubblica. Una sentenza analoga aveva obbligato un centro pubblico ad eseguire il test a Cagliari, ma l’esame è stato poi eseguito in un centro convenzionato. La Asl Roma A ha stabilito che “l’intervento sarà effettuato direttamente presso una propria struttura”, in particolare presso l’Unità operativa di Fisiopatologia della Riproduzione del Centro Sant’Anna.
Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, ha definito la decisione del Tribunale di Roma “di importanza fondamentale perché ha reso direttamente applicabile nel nostro ordinamento una sentenza della Corte Edu che è fonte principale nel nostro ordinamento, senza rinviare la legge alla Corte Costituzionale”.
Eugenia Roccella, parlamentare Pdl, ha invece sottolineato la pericolosità della sentenza. “Non spetta alla magistratura stabilire i requisiti delle strutture e i criteri di appropriatezza dei trattamenti, e l’interventismo dei tribunali rischia di mettere in seria crisi la sanità pubblica”.