“Io non sono mai stato d’accordo sui ticket, tanto è vero che nel 2001, da ministro della Sanità, avevo firmato il provvedimento di abolizione dei ticket sui farmaci. E avevo in animo di abolire anche il ticket sulle visite specialistiche e sulla diagnostica, che sono tasse ancora più ingiuste, perché gravano su malati ancora più fragili e bisognosi”.
E’ il parere del professor Umberto Veronesi che intervenendo nella sua rubrica sul settimanale
Oggi in merito alle misure previste dalla manovra economica per l’introduzione di nuovi ticket sanitari aggiuntivi a quelli già esistenti, afferma: “Chiediamoci: perché mai i ticket, quando i cittadini già pagano le tasse? Il prelievo fiscale italiano è uno dei più alti d’Europa, e conferisce allo Stato davvero un mucchio di soldi: sapendo organizzare la gestione della Cosa Pubblica, questi soldi dovrebbero ampiamente coprire il fabbisogno in tutti i campi, dalla sanità alla scuola. E invece i ticket sono dilagati, e le Regioni si sono ben guardate dal cercare strade alternative. La manovra finanziaria in questione stabilisce per il 2012 un ticket di 10 euro sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale e un ticket di 25 euro sulle prestazioni di Pronto soccorso in «codice bianco», ossia non urgenti.
Quello che non viene detto è che non sono affatto nuovi ticket, ma ticket più pesanti, che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti. Mediamente il cittadino già paga più di 30 euro di ticket sulla prestazione di specialistica ambulatoriale, e quasi in tutte le Regioni c’è già il ticket di Pronto soccorso: per i «codici bianchi», che sono casi lievi, ma in alcune Regioni anche per i «codici verdi». Che poi tanto lievi non sono”, conclude.