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QS Edizioni - domenica 28 aprile 2024

Cronache

Manovra. Veronesi: “No ai nuovi ticket. Andrebbero aboliti anche quelli esistenti”

immagine 4 luglio - Così l’oncologo, ex ministro della Salute, che nel 2000 firmò una norma per l’abolizione dei ticket sui farmaci poi reinseriti in moltissime Regioni. Lo scrive nella sua rubrica sul settimanale Oggi in edicola ricordando che, fosse stato per lui, avrebbe abolito anche quelli sulla specialistica.
“Io non sono mai stato d’accordo sui ticket, tanto è vero che nel 2001, da ministro della Sanità, avevo firmato il provvedimento di abolizione dei ticket sui farmaci. E avevo in animo di abolire anche il ticket sulle visite specialistiche e sulla diagnostica, che sono tasse ancora più ingiuste, perché gravano su malati ancora più fragili e bisognosi”.
E’ il parere del professor Umberto Veronesi  che intervenendo nella sua rubrica sul settimanale Oggi in merito alle misure previste dalla manovra economica per l’introduzione di nuovi ticket sanitari aggiuntivi a quelli già esistenti, afferma: “Chiediamoci: perché mai i ticket, quando i cittadini già pagano le tasse? Il prelievo fiscale italiano è uno dei più alti d’Europa, e conferisce allo Stato davvero un mucchio di soldi: sapendo organizzare la gestione della Cosa Pubblica, questi soldi dovrebbero ampiamente coprire il fabbisogno in tutti i campi, dalla sanità alla scuola. E invece i ticket sono dilagati, e le Regioni si sono ben guardate dal cercare strade alternative. La manovra finanziaria in questione stabilisce per il 2012 un ticket di 10 euro sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale e un ticket di 25 euro sulle prestazioni di Pronto soccorso in «codice bianco», ossia non urgenti.
Quello che non viene detto è che non sono affatto nuovi ticket, ma ticket più pesanti, che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti. Mediamente il cittadino già paga più di 30 euro di ticket sulla prestazione di specialistica ambulatoriale, e quasi in tutte le Regioni c’è già il ticket di Pronto soccorso: per i «codici bianchi», che sono casi lievi, ma in alcune Regioni anche per i «codici verdi». Che poi tanto lievi non sono”, conclude.
4 luglio 2011
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