Era a casa sua, ma stava per lasciare l'Italia
Davide Vannoni, fondatore di Stamina. I carabinieri del Nas lo hanno fermato prima che portasse a termine il suo piano, grazie a delle intercettazioni telefoniche. Era in cerca di nuovi luoghi dove poter praticare le sue terapie. Ucraina, Bielorussia e Santo Domingo sarebbero le mete scelte da Vannoni per curare pazienti con il metodo Stamina, già ritenuto illegale in Italia. Per questo motivo Vannoni aveva già affrontato un processo a Torino e patteggiato una pena di 22 mesi.
Ora dovrà rispondere dei reati di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, truffa aggravata, somministrazioni di farmaci non conformi e trattamento di gravi malattie neurodegenerative con il metodo Stamina.
Gli inquirenti avrebbero le prove che Vannoni, fino al novembre dello scorso anno, avrebbe trattato dei pazienti, tra cui una cinquantina di italiani, in Georgia. A questi malati avrebbe proposto due diversi pacchetti. Il primo costituito da tre infusioni per un costo di 18.000 euro, il secondo invece con cinque infusioni per un prezzo totale di 27.000 euro. Ma i soldi da spendere per i pazienti non finivano qui: avrebbero dovuto pagare anche una quota di 5.000 euro all'Associazione Life, che si occupava pure di organizzare i viaggi a Tbilisi.
I militari hanno perquisito l'abitazione della biologa
Erica Molino che, come Vannoni, aveva patteggiato nel processo torinese. Setacciata anche la casa di
Rosalinda La Barbera, presidente dell'Associazione Prostamina Life. La donna avrebbe avuto il compito di reclutare i malati con patologie neurodegenerative, anche appoggiandosi ad un tour operator georgiano.
Si apre così una nuova inchiesta, coordinata dal pm
Vincenzo Pacielo, nella quale figurerebbero almeno sette indagati. Davide Vannoni ora si trova in carcere in attesa che il suo fermo venga convalidato.