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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Cronache

USA. Lo Shutdown è finito. Trump firma una legge che finanzierà i servizi statali fino all'8 febbraio

immagine 23 gennaio - La svolta si è avuta quando i democratici hanno accettato di fidarsi della parola del leader della maggioranza Mitch McConnell, che, in cambio del via libera alla legge si è impegnato ad occuparsi dei cosiddetti “dreamers”. Repubblicani e Democratici, nelle prossime settimane, dovranno trovare un accordo anche per rifinanziare l'assicurazione sanitaria dei bambini di famiglie a basso reddito, stanziare più fondi per la difesa ed affrontare il tema della costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico.
Dopo tre giorni di trattative il Congresso degli Stati Uniti ha votato ieri per porre fine allo Shutdown. La svolta si è avuta quando i democratici hanno accettato di fidarsi della parola del leader della maggioranza Mitch McConnell, che, in cambio del via libera alla legge che rifinanzierà i servizi statali fino al prossimo 8 febbraio, si è impegnato ad occuparsi dei  cosiddetti “dreamers”, ossia i circa 700mila immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti da bambini, che erano protetti da un programma dell’amministrazione Obama, il DACA (“Deferred Action for Childhood Arrivals”), cancellato lo scorso settembre.
 
La legge è stata poi firmata dal presidente Donald Trump nella serata di ieri.
 
McConnell, nel suo discorso, ha spiegto che era sua "intenzione" affrontare il problema dei "dreamers", senza però fare promesse specifiche sulla loro tutela. Come spiegato ieri da Sarah Sanders, la portavoce della Casa Bianca, durante la quotidiana conferenza stampa, saranno 4 i punti dell'accordo su cui Repubblicani e Democratici si impegneranno nelle prossime settimane a trovare un accordo a lungo termine: insieme ad una soluzione per la questione "dreamers", dovrà essere rifinanziato il programma di assicurazione sanitaria per i bambini delle famiglie a basso reddito (CHIP), stanziati più fondi per la difesa ed affrontato il tema della costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico promesso da Trump in campagna elettorale.
 
L'accordo raggiunto riguarderà dunque tutto questo, "è come un tavolo che poggia su 4 gambe, non potrebbe stare in piedi stabilmente solo con 2 o 3", ha agguinto Sanders.
 
L'accordo è stato votato da 33 senatori democratici, che si sono uniti a 48 repubblicani per rompere un'impasse che ha aperto la strada alla riapertura delle agenzie federali già da oggi. A pesare su questa decisione, con ogni probabilità, anche la 'minaccia' da parte del presidente Trump di ricorrere ad una procedura straordinaria, la "nuclear option", per far approvare la manovra a maggioranza semplice, bypassando così la necessità di una maggioranza qualificata.
 
G.R.
23 gennaio 2018
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