“I problemi e gli attacchi che abbiamo avuto qui in Italia per l'offerta di prestazioni sanitarie non li abbiamo avuti in nessun altro Paese. Eppure noi non violiamo nessuna legge, creiamo lavoro e portiamo nuovi clienti”: è questa la constatazione di
Boris Hageney, Co-Founder e CEO Italia, Spagna, Portogallo di Groupon, che dopo gli ultimi attacchi da parte dell'ordine dei medici di Bologna e la denuncia presentata all'Antitrust dalla Fnomceo, ha voluto spiegare alla stampa, oggi a Milano, come funziona Groupon e come vengono selezionati i medici e le prestazioni sanitarie offerte con sconti che arrivano fino all'80%.
“Siamo in Italia da un anno e mezzo. – spiega – All'inizio eravamo noi a cercare i medici, ma adesso la metà delle nostre offerte pubblicate arriva direttamente dal professionista che ci contatta. Le prestazioni sono odontoiatriche, ginecologiche, dermatologiche, oculistiche, nutrizionistiche, allergologiche, angiologiche, fisioterapiche e analisi diagnostiche. Certo, non offriamo di ricomporre una frattura a una gamba. Per lo più si tratta di servizi che non ci si concede tutti i giorni e che difficilmente pagheremmo o compreremmo al loro prezzo normale”.
Perchè un medico possa 'offrirsi' su Groupon deve essere regolarmente iscritto all'Ordine dei medici e operare solo privatamente. Come spiega l'azienda, gli addetti del sito, una squadra di 15 persone che ha il compito di verificare e approvare ogni singola offerta, visitano la struttura per accertare la completezza delle informazioni, l'esistenza e la veridicità del trattamento, durata e svolgimento. Dopo di che controllano che non vi siano commenti negativi su internet sulla struttura in questione e il tariffario originale firmato dal professionista, per capire il reale valore del pacchetto offerto, e quindi applicare lo sconto.
Molti i vantaggi che ne sono derivati ai medici, secondo Hageney. “Abbiamo creato un nuovo mercato e gli facciamo arrivare nuovi clienti – precisa – Non si tratta di una vendita, ma di una promozione per far provare per la prima volta un trattamento o un certo prodotto. Tocca poi al medico fare del suo meglio per fidelizzare il cliente. Abbiamo fatto fare e-commerce ad aziende e professionisti che prima non lo facevano, nonché contribuito a diffondere questa metodica di acquisto anche tra il pubblico. In Italia all'inizio c'era una certa resistenza all'acquisto online, ma ora si è passati da un mercato di una cerchia ristretta di navigatori di internet ad uno di massa”.
Tuttavia, qualche criticità non manca, come è stato evidenziato da alcuni presenti all'incontro. Come ad esempio aver 'promosso' il paziente a cliente, trasformato i medici in esperti di marketing, nonché il fatto che molto raramente il medico dice al 'cliente' che in realtà non ha bisogno della prestazione acquistata con il coupon. L'accusa è che 'vince' l'autodiagnosi e si crea un bisogno fittizio. Senza contare che non essendoci un tetto al numero di offerte accettabili, per i piccoli centri o studi a volte può diventare veramente difficile gestire la mole di nuovi pazienti. In altri ambiti commerciali vi sono state alcune aziende che hanno quasi rischiato il fallimento. Hageney ci tiene però a precisare che le loro offerte contengono sempre la visita iniziale del professionista, finalizzata a capire chi ha veramente bisogno del trattamento ed accertare lo stato di salute del paziente. “Capita che il medico competente e responsabile decida di non effettuare l’offerta e di rimandare il paziente a Groupon per il rimborso. Al momento abbiamo raccolto pochissimi casi ma restiamo naturalmente disponibili a rimborsare il paziente che ha acquistato inutilmente il coupon”. Quanto alle difficoltà recettive, effettivamente è emerso il bisogno di valutare le reali potenzialità del partner e la capacità della struttura o del centro medico. “A volte è necessario porre un tetto massimo ai coupon”.
In ogni caso la richiesta di prestazioni sanitarie da parte degli utenti continua a crescere, e Groupon sta già studiando altre categorie cui allargarsi. Anche se prima vorrebbero che le polemiche si placassero. “L'ordine dei medici non ci ha mai parlato – prosegue Hageney – invece dovrebbero collaborare con noi. Creiamo lavoro e non obblighiamo nessun professionista a rivolgersi a noi. Devo dire che attualmente molti medici hanno paura, dicono di essere intimoriti dagli ordini”. Il problema è, secondo il Ceo di Groupon, che i rappresentanti degli ordini gli fanno la guerra senza in realtà “sapere bene cos'è Groupon, come funziona e il processo di verifica dell'offerta. Comunque, - conclude - nonostante qualche timore, l'interesse mostrato dai medici nei nostri confronti non accenna a calare”.