Sedici cittadini libici rimasti feriti nella rivolta dell’anno scorso che ha portato alla caduta del regime di Gheddafi sono arrivati sabato sera a Roma e sono stati subito ricoverati in un padiglione appositamente allestito all’Ospedale San Camillo Forlanini. I feriti, tra i quali ci sono anche 2 bambini, sono i primi pazienti a ricevere cure specialistiche nell’ambito dell’intervento umanitario che Ministero della Salute e Ministero degli Esteri insieme alla Regione Lazio hanno messo in campo per curare in Italia fino a 1500 feriti di guerra libici nei prossimi sei mesi.
Il lungo e complesso lavoro diplomatico che ha portato a questi primi ricoveri è cominciato a partire dal riconoscimento, da parte italiana, del nuovo Governo libico, e dalla firma, il 21 gennaio 2012, della “Tripoli Declaration”, con l’obiettivo di riattivare il Trattato di amicizia tra Italia e Libia che già prevedeva esplicitamente il ricovero nel nostro Paese dei feriti più gravi per lo scoppio di mine antipersona.
A partire dallo scorso febbraio una delegazione del Ministero della Salute si è recata più volte a Tripoli per discutere, con il Ministro libico della Salute, Fatima Hamroush, e con i rappresentanti dell’Ente libico per i feriti di guerra, tappe e procedure per l’accoglienza dei pazienti. Tra marzo e aprile il Ministero ha individuato la disponibilità della Regione Lazio all’erogazione delle prestazioni sanitarie. A giugno si è poi svolta in Libia la missione della delegazione di medici specialisti della Regione Lazio che ha visitato i primi 163 pazienti provenienti da diverse città della Libia, per definire per ciascuno un profilo clinico più dettagliato in modo da programmare correttamente i ricoveri e i trattamenti da effettuare.
A questa missione ne seguiranno altre, in modo da portare a termine nei tempi stabiliti il programma dell’intervento umanitario.