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QS Edizioni - mercoledì 8 maggio 2024

Regioni e Asl - Friuli Venezia Giulia

Tumore al seno. Al Cro di Aviano riabilitazione post operatoria con la tecnica cinematica

di Endrius Salvalaggio
immagine 12 gennaio - Questo tipo di approccio riabilitativo sta prendendo piede prevalentemente per le donne che sono state operate di cancro mammario, ma anche in qualche, seppur in misura più ridotta, altro tipo di riabilitazione oncologica. Miceli: “L’azione congiunta del terapista del dolore e del riabilitatore può portare alla risoluzione del problema, ma serve il più possibile un intervento su misura per ogni donna sottoposta a tale trattamento
Dopo un’operazione, nel caso di specie al seno, è abbastanza frequente una limitazione articolare alla spalla, a volte persistente, che rappresenta di conseguenza una grossa sfida per il terapista del dolore e per il riabilitatore. “L’azione congiunta può portare alla risoluzione del problema, ma serve il più possibile un intervento su misura per ogni donna sottoposta a tale trattamento”. A dirlo è il direttore della struttura operativa semplice dipartimentale di Medicina del dolore clinica e sperimentale del Cro di Aviano, Luca Miceli, parlando della nuova tecnica per la riabilitazione post operatoria per tumore al seno eseguita al Cro.

Stiamo parlando dell’analisi cinematica del movimento, effettuata con dei strumenti del tutto specifici che studiano le parti critiche del movimento da riabilitare. Tale tecnica già usata fra gli atleti, ma “poco usate nella riabilitazioni in ambito oncologico, la stiamo usando da pochissimo tempo al Cro di Aviano”, assicura Miceli

A differenza degli atleti dove l’analisi cinematica del movimento è finalizzata per un recupero dopo un infortunio oppure come potenziale una parte per evitare un infortunio, in campo oncologico questa analisi serve per la riabilitazione per chi ha avuto un intervento invasivo con protesi che, come spesso accade, a distanza di mesi dall’intervento non riescono a muovere la spalla. Un’altra fetta di pazienti interessate a questo tipo di riabilitazione, riguardano le donne che dovranno affrontare la radio terapia e in questo caso si andrà a studiare il giusto dosaggio di radio con l’esatto stato di salute della paziente.

“In altre parole – spiega il Direttore dell’unità operativa di Medicina del dolore clinica e sperimentale del Cro – nel primo caso per la riabilitazione fatta in questi termini ci aspettiamo che venga risolta meglio della riabilitazione tradizionale e più velocemente, considerato come spesso accade che ci sono casi in cui ci sono pazienti che anche dopo mesi dall’intervento sono incapaci di muovere la spalla. Nel caso invece della radio terapia cerchiamo di portare la paziente ad eventuale riabilitazione dopo l’intervento con un dosaggio perfetto sia di radio terapia e quindi con lo stato di salute più perfetto per la paziente post operata. Se riusciremo a fare questo la donna pagherà meno le conseguenze della radio terapia”.

Questo tipo di approccio riabilitativo sta prendendo piede prevalentemente per le donne che sono state operate di cancro mammario, ma anche in qualche, seppur in misura più ridotta, altro tipo di riabilitazione oncologica. Come riporta il Centro di riferimento Oncologico regionale di Aviano, “l’elaborazione di questo percorso è stata resa possibile anche grazie a due convenzioni ad hoc che l’istituto ha siglato con il Coni Fvg (l’analisi del movimento degli atleti professionisti ha permesso di creare i ‘modelli di riferimento’ nelle prime fasi dello studio) e con il centro ricerche dell’Inail, per affrontare il tema del reinserimento lavorativo delle pazienti”.

Endrius Salvalaggio
12 gennaio 2024
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