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QS Edizioni - giovedì 9 maggio 2024

Regioni e Asl - Friuli Venezia Giulia

Chiudono due consultori a Trieste. Sindacati ricorrono al Prefetto, Bolzonello: “Nessun taglio, solo riorganizzazione”

di Endrius Salvalaggio  
immagine 28 febbraio - Le segreterie sindacali di Trieste di Fp Cgil, Cisl Fp e Fials chiedono un incontro con Prefetto di Trieste per la chiusura di su 2 consultori su 4. Il presidente della III commissione : “Nei dibattiti politici tutti vogliono un cambio di passo ma, quando avvengono, le strumentalizzazioni sono all'ordine del giorno al solo fine di confondere il cittadino in un sistema ha una elevatissima complessità già di per sé stessa difficile da spiegare in poche parole”.
È una questione che parte a dicembre scorso quando in III commissione Salute è stata discussa la riorganizzazione interna e fatta dall’Azienda Sanitaria Asu Gi dove si è spiegata la necessità di chiudere due consultori a Trieste, ampliando l’orario di apertura dei due restanti, con 10 ore al giorno e arrivando con il servizio anche nel domicilio dei giovani. Lo garantisce attraverso una nota il consigliere regionale Carlo Bolzonello (Fp), parlando da presidente della III Commissione che ha organizzato un'audizione con l'assessore alla salute, Riccardo Riccardi in merito alla riorganizzazione dei consultori familiari.

“Tanta confusione sui soggetti da audire sui consultori di Trieste, quando – dice Bolzonello - basta avere la pazienza di ascoltare i nostri sanitari che operano nei consultori ogni giorno e che ci hanno chiesto di riorganizzarli”.

“Sono sicuro che chiunque abbia seguito la presentazione non possa che essere rimasto soddisfatto della riorganizzazione introdotta dall'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliana Isontina, che permette l'ampliamento della copertura oraria arrivando anche a 10 ore giornaliere – spiga il presidente della III commissione salute - ma soprattutto garantisce l'intera équipe multidisciplinare di figure sanitarie e sociali in contemporanea nelle sedi dei consultori. Inoltre c'è uno sviluppo di attività domiciliare sui giovani che prima non c’era”.

Ci tiene a precisare Bolzonello, che il taglio di due strutture non è da confondere o pensare che l’attivazione di due nuove strutture complesse - al posto delle quattro precedenti - sulla base di un principio di suddivisione per funzione e non più per zona della città, superando così una evidente frammentazione, non significhi affatto una diminuzione di servizi oppure uno scadimento nelle prestazioni. Anzi, la riorganizzazione significa migliorare e garantire assistenza sociosanitaria ai minori, alle donne, alle coppie e alle famiglie, senza avere tagliato personale.

Per Bolzonello queste scelte, sono di fatto scelte che vanno nella direzione di rendere concreta l'integrazione in rete di questi servizi con gli altri servizi visto anche che nel caso di Trieste cinque sedi su sei saranno operative all'interno o vicino a future Case di comunità. Con questa riorganizzazione viene anche riconosciuto il principio fondamentale di autonomia e diritto di scelta e superamento del precedente modello della cosiddetta distrettualizzazione dove il cittadino può scegliere dove andare.

“Tutti vogliono nei dibattiti politici un cambio di passo ma poi, quando avvengono, le strumentalizzazioni sono all'ordine del giorno al solo fine di confondere il cittadino in un sistema, che ritengo, abbia una elevatissima complessità già di per sé stessa difficile da spiegare in poche parole”, conclude Bolzonello, riferendosi alle OO.SS. che per l’occasione hanno le segreterie territoriali di Trieste di Fp Cgil, Cisl Fp e Fials hanno chiesto un incontro con Prefetto di Trieste.

Endrius Salvalaggio
28 febbraio 2024
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