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QS Edizioni - giovedì 16 maggio 2024

Question time/6. Focolaio tubercolosi, “In Italia assicurato un alto livello di prevenzione”

10 aprile - "I 37 bambini che sono risultati positivi al test Mantoux sono stati correttamente sottoposti alla necessaria profilassi, mentre i soggetti risultati negativi al primo controllo saranno sottoposti nuovamente ai test. Le indagini epidemiologiche sono, inoltre, proseguite con l'estensione del test Mantoux anche agli alunni e agli insegnanti che hanno frequentato la scuola durante l'anno scolastico 2017-2018. La correttezza dell'approccio impiegato nel caso concreto di cui si è discusso in questi giorni testimonia, quindi, l'alto livello di prevenzione che continua a essere assicurato nel nostro Paese alla tubercolosi".
 
Così il ministro della Salute Giulia Grillo, rispondendo oggi in Aula alla Camera all'interrogazione di Francesco Sapia (M5S) in tema di elementi e iniziative in ordine ai rischi derivanti da un focolaio epidemico di tubercolosi in Veneto.
 
Questa al risposta integrale del ministro Grillo:
 
"In relazione alla tubercolosi va detto subito che l'Italia è considerata dall'Organizzazione mondiale della sanità come un Paese a bassa endemia, poiché si registrano meno di 10 casi ogni 100 mila abitanti. L'andamento dei casi di tubercolosi registra, peraltro, un progressivo decremento, passando dai 4.461 del 2011 ai 3.944 del 2017. Anche l'incidenza calcolata sulle notifiche nazionali è scesa dai 7,5 casi per 100 mila abitanti nel 2011 ai 6,5 casi per 100 mila abitanti nel 2017. L'Italia, dunque, continua a essere un Paese a bassa incidenza di tubercolosi, anche grazie al miglioramento della diagnostica e delle terapie.
 
Tuttavia, la prevenzione e il controllo della tubercolosi richiedono tuttora mirati interventi di sanità pubblica. A tal riguardo, desidero informare che le linee guida per il controllo della malattia tubercolare adottate nel 1998 costituiscono ancora uno strumento valido e attuale per la ricerca attiva e il controllo dei contatti e dei casi di tubercolosi polmonare, nonché per la valutazione del rischio di trasmissione e dei fattori di rischio individuali dei contatti del singolo caso e per le modalità di screening e i relativi trattamenti preventivi. Ricordo che tali interventi vengono adottati dalle autorità sanitarie locali competenti per territorio, come nel caso del focolaio occorso nella regione Veneto, che, dico subito, si è prontamente attivata per la ricerca dei contatti ai fini del contenimento dell'evento epidemico. Dalla relazione fornita dall'autorità sanitaria regionale si evince, infatti, che i dieci casi di tubercolosi polmonare, due maestre, incluso il caso indice, e otto bimbi, sono stati immediatamente diagnosticati e prontamente sottoposti a trattamento multifarmacologico.
 
Inoltre, i 37 bambini che sono risultati positivi al test Mantoux sono stati correttamente sottoposti alla necessaria profilassi, mentre i soggetti risultati negativi al primo controllo saranno sottoposti nuovamente ai test. Le indagini epidemiologiche sono, inoltre, proseguite con l'estensione del test Mantoux anche agli alunni e agli insegnanti che hanno frequentato la scuola durante l'anno scolastico 2017-2018. La correttezza dell'approccio impiegato nel caso concreto di cui si è discusso in questi giorni testimonia, quindi, l'alto livello di prevenzione che continua a essere assicurato nel nostro Paese alla tubercolosi. Desidero, infatti, ricordare in conclusione che l'Italia aderisce anche al più recente Piano di azione 2016-2020 della regione europea ed è in linea con gli obiettivi fissati da ultimo nella 73° Assemblea generale delle Nazioni Unite. In coerenza con le raccomandazioni dell'OMS, inoltre, il Ministero della salute, in accordo con le regioni e le province autonome, ha elaborato da ultimo ulteriori linee guida finalizzate alla prevenzione della malattia tubercolare, alla sorveglianza della tubercolosi e delle resistenze ai farmaci antitubercolari e, soprattutto, allo studio di percorsi utili a favorire l'accesso ai servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento della malattia".
 
In sede di replica, Nicola Provenza (M5S) ha dichiarato: "Grazie, Ministro, soprattutto perché la risposta ci sembra esaustiva, ci sembra soddisfacente, ma soprattutto, direi, tranquillizzante sull'attività di prevenzione che è stata attivata nel caso in esame, evitando in questo modo che si diffonda una sorta di psicosi da malattia a Motta di Livenza. Sono, tra l'altro, soprattutto i dati che lei ha citato relativi al progressivo decremento dei casi di tubercolosi che ci rassicurano. Il sistema mirato di prevenzione e controllo della tubercolosi appare fondamentale e risolutivo per la valutazione del rischio di trasmissione e dei fattori di rischio scatenanti. Vorrei ringraziarla, Ministro, anche per avere ricordato gli interventi adottati dalle autorità sanitarie locali competenti per territorio nel caso del focolaio epidemico occorso nel trevigiano.
 
Quindi, la correttezza e l'efficacia dell'intervento locale o territoriale sono le chiavi di volta per circoscrivere ogni evento epidemico, e, nel ritenerci soddisfatti della risposta che lei ci ha fornito, evidenziamo e auspichiamo che tutti i territori siano messi in grado di rispondere nel medesimo modo e con la stessa efficacia ad eventuali focolai epidemici di tubercolosi. In tal senso, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente il Ministero a mantenere alta l'attenzione su quei territori che, per carenze strutturali o di risorse, rischiano in qualche modo di non avere degli strumenti idonei per risposte analoghe a emergenze epidemiche".
10 aprile 2019
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