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QS Edizioni - giovedì 16 maggio 2024

Obbligo di indicare il generico in ricetta. Snami: “Pronti a disobbedienza” 

23 gennaio -  
Il sindacato autonomo dei medici di famiglia boccia la misura prevista nell’ultima manovra. “È inaccettabile e pericoloso obbligare i medici a prescrivere, sotto la loro responsabilità, un qualcosa che potrebbe non essere il meglio e causare problemi ai  propri pazienti”.
Ai medici dello Snami non va proprio giù la misura contenuta nell’ultima manovra che prevede l’obbligo per il medico di segnalare in ricetta l’eventuale esistenza del farmaco generico, se questo costa meno. “Questa imposizione ci costringerà a dure azioni di autotutela, fino a giungere alla  disobbedienza” tuona il sindacato in una nota. Secondo il sindacato non sussiste nessun nesso “tra le cosiddette liberalizzazioni e l'imposizione ad indicare nella prescrizione medica ...o farmaco equivalente se di minor costo”.
 
“La letteratura scientifica internazionale ci insegna - spiega il presidente Snami Angelo Testa -che una risposta variabile alla terapia può dipendere dall'uso dei farmaci non di marca. Un farmaco equivalente è sostanzialmente simile all'originale ma tuttavia ci possono essere delle variazioni farmacocinetiche. Da qui minor efficacia o un'accentuazione degli effetti collaterali”. Per lo Snami c’è quindi bisogno di prudenza sul tema. “Soprattutto ci vuole cautela per alcune classi di farmaci - aggiunge Gianfranco Breccia di Torino  - che più di altre impongono attenzione ed una attenta valutazione da parte del Medico. Penso tra gli altri ai glucosidi cardioattivi, agli anticoagulanti orali e ai beta bloccanti per i quali una variazione dei livelli plasmatici  potrebbe drammaticamente portare ad un evento avverso importante”.
Salvatore Santacroce, vicepresidente Snami Pavia, evidenzia invece come  le norme consentano che gli eccipienti possano essere diversi rispetto a quelli utilizzati per il farmaco originale, per cui ogni casa farmaceutica che produce farmaci generici  può utilizzare eccipienti con componenti differenti.  Questo, assieme alla biodisponibilità del farmaco, che può anch’essa essere differente, può accentuare anche di molto la differenza verso l'originale”. “Ad  esempio penso al  ricorso al lattosio o ad eccipienti contenenti glutine e alle conseguenti intolleranze. – ricorda da Roberto Carlo Rossi, presidente dello Snami Lombardia   - Soprattutto negli anziani valuterei con attenzione eventuali cambiamenti di terapie consolidate: innanzi tutto i cambiamenti possono aumentare le confusioni di terapie a cui vanno maggiormente soggetti i pazienti fragili, inoltre eventuali differenze di assorbimento e di metabolismo possono ridurre l'efficacia della terapia o aumentarne gli effetti collaterali. Si favorirebbero ulteriormente i contenziosi medico-legali e la salute dei nostri pazienti potrebbe esserne compromessa”. Per Domenico Salvago, presidente di Snami Sardegna puntualizza “basta con le imposizioni che nulla hanno a che fare con il nostro ruolo intellettuale di Medici. Paradossalmente il governo ci ha fatto una cortesia con questa pseudo liberalizzazione-costrizione sul farmaco: riportare ancora di più l'attenzione e conseguenti perplessità, che il nostro Sindacato ha più volte esplicitato, sui farmaci equivalenti e affilare le armi di lotta. E' stimato che ogni giorno accedano ai nostri studi, in tutta Italia, dal milione e mezzo ai due milioni e mezzo di persone. Le nostre sale di attesa si prestano ad un'informazione capillare per  i nostri pazienti su quanto sta avvenendo ed i potenziali pericoli per la loro salute”.
Angelo Testa ribadendo la filosofia dello Snami “che il medico deve fare il medico “ stigmatizza l'atteggiamento di certa  politica e sindacati scendiletto  che vorrebbe  trasformare la medicina di famiglia in “una botteguccia discount con i prezzi esposti in bella evidenza “La medicina non può seguire solo logiche meramente  di risparmio perché non vendiamo pentole ma cerchiamo di garantire la salute delle persone - conclude il leader del Sindacato Autonomo. Lo Snami conosce la sua rotta. Non fa “inchini” per  la gioia del  pubblico, conosce bene dove ci sono gli scogli ed i bassi fondali, va avanti scrutando attentamente questo mare dei giorni nostri, non scordando le gravi responsabilità reiterate nel tempo, di chi ha portato a questo decadimento culturale e professionale la nostra professione. Che continueremo a fare da Medici, nonostante certa politica e di chi  ‘predica bene e razzola male’”. 
23 gennaio 2012
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