24 gennaio -
“La parafarmacia italiana è morta e ad impartirne l'estrema unzione è stato inspiegabilmente il capo del Governo, Mario Monti, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Neanche il governo Berlusconi era riuscito a fare tanto". Così il presidente del Forum nazionale delle Parafarmacie, Giuseppe Scioscia, commenta il Decreto legge liberalizzazioni approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Minsitri.
"Senza contare i risparmi – afferma Scioscia .di cui hanno beneficiato i cittadini in questi 5 anni e che, gli stessi cittadini non avranno più, saranno 3.800 le attività che in seguito a questo decreto chiuderanno, 7mila i posti di lavoro persi e milioni di euro gli investimenti ad andare in fumo. Tutto questo e' davvero paradossale: abbiamo o non abbiamo sentito il premier Monti affermare, nella conferenza del 5 dicembre, che la fascia C sarebbe stata venduta nelle parafarmacie? E il ministro Passera, dopo lo stop del 14 dicembre, dire: 'ho provato un'arrabbiatura pazzesca, non finisce qua'? Liberalizzare e creare concorrenza – secondo il presidente del Forum nazionale Parafarmacie - significa lasciare in vita e irrobustire un canale alternativo quale è la parafarmacia e non solo aprire 5mila nuove farmacie: così facendo a rafforzarsi infatti è sola la lobby dei farmacisti titolari che continueranno indisturbati a fare cartello, mantenendo invariati i prezzi, così come erano abituati a fare prima del 2006, ovvero prima della nostra nascita".
Quanto alle modalità di assegnazione di punteggio, ai fini concorsuali, che il decreto prevede per l'apertura delle nuove sedi, Scioscia commenta: “Oltre al danno la beffa. La nostra professionalità, anche in questo caso, è stata umiliata assegnando a ciascuno di noi, per l'accesso al concorso, il punteggio più basso possibile che ci mette dunque da subito fuori gioco".