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QS Edizioni - giovedì 9 maggio 2024

Aris: “Sanità pubblica e privata unite per la salute”

5 aprile -

“Non esiste sanità pubblica senza la sanità privata, come non c’è sanità privata senza la sanità pubblica”. Un principio “irrinunciabile” che “noi ARIS andiamo ripetendo da qualche anno e che sembra ormai essere entrato anche nell’ottica dei nostri politici...”. Lo ha ribadito il presidente dell' Aris, padre Virginio Bebber, intervenendo al convegno “La salute come fondamentale diritto per una riforma della sanità”.

“Da ben oltre cinquanta anni, per mia specifica missione – confessa in apertura il presidente Aris - mi trovo a respirare sanità. Sanità come servizio intendo. E forse sarà proprio per questa ormai datata confidenza con il mondo sanitario che, non lo nascondo, provo un senso di amarezza nel trovarmi a dover parlare ancora di diritto fondamentale alla salute...”. Tuttavia, Bebber esprime anche “profonda gratitudine nei confronti di chi, tra gli scranni parlamentari, si batte ancora sinceramente per riaffermare questo diritto fondamentale quanto universale, sancito e ribadito dalla nostra Costituzione...”. Dal presidente Aris arriva pure un preoccupato riferimento allo “scenario penoso quanto drammatico che si presenta oggi nel nostro sistema sanitario, certamente frutto di anni ed anni di sconsiderate politiche sanitarie, di tagli inconcepibili, ma anche e forse soprattutto frutto della latitanza di una sana cultura sanitaria, ispirata dai valori di umanità, solidarietà, condivisione, accoglienza...”. “Ma se siamo qui credo non sia per fare i ragionieri, o i commercialisti. Siamo qui per capire come dar nuovo vigore alla speranza in un SSN che sia veramente Servizio, quel servizio Sanitario universale che era un fiore all’occhiello del nostro Paese, e che non smetta mai di essere Nazionale, nel vero senso della parola...”.

Particolarmente apprezzato dal presidente Aris il riferimento del ministro della Salute Orazio Schillaci sulla necessità di ridurre le liste di attesa ed il richiamo alle regioni a non destinare per altri progetti i fondi statali destinati alla sanità.

5 aprile 2024
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