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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Rimondi (Assobiomedica): “Sanità penalizzata da mancato obbligo di certificazione per Regioni con piano di rientro”

23 maggio - “Sicuramente i decreti firmati ieri, contestualmente a un protocollo d’intesa tra associazioni imprenditoriali e ABI, rappresentano un pacchetto utile per far affluire liquidità alle imprese sofferenti per gli ingenti crediti vantati verso le amministrazioni pubbliche. Sostanzialmente è molto positiva la decisione di rendere obbligatoria la certificazione, da parte degli enti debitori, con la quale le imprese potranno ottenere finanziamenti dal sistema bancario e anche compensare debiti fiscali, previdenziali e  assicurativi già iscritti a ruolo”. Ma “non siamo alla soluzione definitiva, che viene rinviata a una fase successiva nella quale dovranno trovarsi risorse reali da impegnare”. Questo il commento di Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, sulle misure messe a punto dal Governo per accelerare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione, sanità compresa, verso i fornitori.

Infatti, precisa Rimondi, “sia chiaro che a parte la quota dei crediti che potranno essere compensati, e si tratta di imposte, contributi e premi assicurativi non pagati in passato, per il resto si tratta di liquidità che comunque avrà un costo per le imprese, in aggiunta al danno dovuto al ritardo già subito”.

“C’è poi da valutare – ha proseguito il presidente di Assobiomedica - il caso specifico della sanità, che è molto penalizzato dal pacchetto approvato. Infatti l’obbligo di certificazione non vale per le regioni sottoposte al piano di rientro. Va sottolineato che le regioni in questione sono quelle che pagano in genere con maggiore ritardo e che hanno accumulato oltre il 63% dello scoperto totale verso le aziende associate ad Assobiomedica. Che sono poi le stesse regioni nelle quali non è possibile esercitare i pignoramenti verso asl e ospedali. Senza certificazioni niente liquidità e compensazioni”.

Infine, per Rimondi c’è da considerare che “se non si interrompe la prassi dei ritardi nei pagamenti, il problema del debito non sarà mai risolto. Per il momento noi stiamo riempiendo d’acqua un recipiente bucato. Il Governo si è adesso impegnato a recepire entro la fine dell’anno la nuova direttiva europea sui late pajments. Però nella legge europea, all’esame del Parlamento, un emendamento approvato dice che il decreto attuativo per il recepimento della nuova e più stringente disciplina comunitaria è subordinato alla previa approvazione di provvedimenti che assicurano  copertura finanziaria. Sembra un escamotage per rinviare la normativa solo al momento in cui si troverà una soluzione strutturale per gli equilibri di gestione degli enti sanitari”.
 
23 maggio 2012
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