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QS Edizioni - giovedì 16 maggio 2024

BALDUZZI: “Riforma del Ssn era necessaria. La crisi l'ha solo reso più evidente e urgente"

11 dicembre - La riduzione delle spese del Ssn non hanno intaccato la salvaguardia della salute. La pensa così il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha parlato oggi in occasione della presentazione della Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011 (scarica il testo integrale dell'intervento del ministro).

Il ministro ha infatti sottolineato come la sanità italiana, nel corso dell’anno 2012, “ha offerto un significativo contributo alle politiche adottate dal Governo per l’uscita dalla crisi finanziaria ed economica” ma “preservando la funzione primaria di prevenire e temperare gli effetti della crisi sulle condizioni di salute della popolazione”.

Secondo Balduzzi, comunque,  i cambiamenti imposti alla sanità dalla crisi  erano in realtà già necessari per migliorare il sistema. La crisi sarebbe stata in un certo senso l’occasione per realizzarli. “Sui problemi immediati posti dal contributo della sanità alle politiche di bilancio – ha infatti detto Balduzzi - si sono innestate le esigenze di modernizzazione del sistema che la crisi economica ha semplicemente acuito e reso più manifeste e di più urgente soluzione. Tali esigenze sono state affrontate attraverso una ‘manutenzione straordinaria’ per rivedere, riqualificare e riorganizzare il sistema assicurando l’invarianza dei servizi ai cittadini. Il cambiamento impresso alle politiche sanitarie nel rispetto dei principi fondamentali del Ssn si propone di rendere il suo funzionamento più aderente alle trasformazioni della società, alla nuova struttura della popolazione e ai cambiamenti dell’epidemiologia, migliorando al contempo la sua sostenibilità, per prevenire i futuri problemi di fabbisogno e renderlo più consonante con gli obiettivi di finanza pubblica”.

I due pilastri su cui poggia questa trasformazione, ha ricordato il ministro, sono la Spending review e il Decreto Salute che porta la sua firma.
 
Ecco una sintesi degli altri aspetti del Ssn su cui ha posto l'attenzione il ministro Balduzzi.
 
Il nuovo ruolo dell’assistenza primaria e della medicina generale
La riforma introdotta con il Decreti Sanità, secondo Balduzzi, permetterà di potenziare e meglio organizzare un’assistenza primaria a rete, che sia integrata con il settore sociale anche in riferimento all’assistenza domiciliare e con i servizi ospedalieri nella fase sia pre- che post-ricovero. Per quanto riguarda la medicina generale e la pediatria di libera scelta sono previste forme innovative di organizzazione quali i team multi professionali e multidisciplinari, che agiranno con modalità proattive e centrate sulla persona, che dovranno garantire l’accesso ai servizi per tutto l’arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, anche grazie al ruolo unico della medicina generale.

Ospedali più qualificati, più sicuri, più integrati
“Gli ospedali italiani hanno una lunga tradizione storica e professionale e sono un patrimonio che non si può sottovalutare”. Però, sottolinea il ministro della Salute, “occorre renderli più adeguati alle sfide della moderna medicina e più pronti alla prossima sfida europea di una sanità senza frontiere, assicurando la loro rispondenza a puntuali requisiti di accreditamento che garantiscano un’adeguata omogeneità di standard assistenziali fra le Regioni”.
A questo scopo, spiega il ministro, risponde il regolamento sugli standard ospedalieri, previsto dalla spending review, e l’Intesa Stato-Regioni sui requisiti di accreditamento delle strutture sanitarie sono indirizzati a questi scopi. “L’obiettivo è realizzare un’offerta assistenziale più qualificata e differenziata per intensità di cura, organizzata al proprio interno secondo modalità innovative e flessibili, più rispondente sia alle necessità dell’emergenza sia a quelle della riabilitazione e integrata in una rete di ospedali, dialoganti fra di loro e con l’assistenza territoriale domiciliare e residenziale”.

Innovazione, ricerca e formazione continua
“Un sistema sanitario che non sia in grado di mantenere il passo con l’innovazione rischia la perdita di fiducia e la disaffezione dei suoi operatori e dei suoi destinatari, un pericolo costante per la sua sostenibilità sociale, ancora più rilevante della semplice sostenibilità economica”. Per questo, “e tanto più in una fase di forte rinnovamento”, secondo Balduzzi la ricerca in tutte le sue accezioni (di base, clinica e organizzativa) “non può non essere un’attività essenziale che deve essere esercitata in tutte le strutture del Ssn da un personale costantemente qualificato e ri-qualificato da programmi di formazione teorici, a distanza e sul campo”.
Attività a cui “l’azione di governo – secondo Balduzzi - ha dedicato particolare attenzione” con il programma nazionale di educazione continua in medicina e predisponendo il bando per la ricerca sanitaria finalizzata ex art. 12-bis del D.Lgs. n. 502/1992.

La salute oltre la sanità
È cresciuta la consapevolezza del peso dei determinanti sociali e ambientali della salute, spesso inestricabilmente intrecciati a quelli individuali e comportamentali. In questo contesto, spiega Balduzzi, “stiamo rafforzando le nostre collaborazioni con gli altri settori economici e sociali e dovremo ulteriormente insistere su questa strada per ridurre i rischi legati alla scorretta alimentazione, alla vita sedentaria, al gioco patologico, all’inquinamento ambientale. Alcuni di questi fattori di rischio sono stati oggetti di speciale attenzione nel decreto legge n. 158 (Decreto Salute, ndr)”.

Universalismo, trasparenza e fiducia
Il Servizio sanitario nazionale è la “casa comune” per tutti i cittadini e per le persone presenti sul territorio nazionale. E per Balduzzi “questo principio di universalità del diritto di accesso alle prestazioni e ai servizi del SSN non può essere disgiunto né dal principio di trasparenza nella valutazione dei suoi risultati e nell’individuazione dei suoi dirigenti più capaci, né dal principio di legalità nello svolgimento scrupoloso degli iter amministrativi. È necessario che tutti sappiano rendere conto dei risultati ottenuti, dell’uso appropriato ed efficiente delle risorse affidate, dell’autonomia e del disinteresse con cui sono prese le decisioni”.
“La crisi – conclude il ministro - non è solo economica e strutturale: è anche una crisi di fiducia e di rappresentanza che richiede una risposta straordinaria e un credibile impegno individuale e collettivo di tutti, insieme all’alto senso di responsabilità e al rigore che devono caratterizzare chi amministra un bene pubblico così prezioso”.
11 dicembre 2012
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