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QS Edizioni - domenica 19 maggio 2024

Barani (GAL): “La Camera non ha migliorato il testo. Da laico ho solo dubbi”

22 maggio - Voce in dissenso dal coro unanime di approvazione al decreto quella di Lucio Barani esponente del partito Grandi autonomie e libertà. È opinione di Barani infatti, “che la Camera non abbia apportato miglioramenti ma restrizioni che, se allargate anche alle malattie rare, potevano dare a questo provvedimento una validità, ma che adesso, da laico, hanno aumentato i miei dubbi, tanto che invidio le vostre certezze”.
 
Dubbi che il senatore ha evidenziato in questo modo: “siamo di fronte a benefattori del mondo o a semplici sfruttatori? Siamo dinanzi ad una terapia oppure ad un tipo di olio di serpente? Chi c'è dietro la fondazione Stamina? Perché non c'è ancora un brevetto? I bambini ammalati stanno veramente meglio? L'Italia non rischierà mica di diventare una nuova Cina? Ancora: esistono rischi sulla somministrazione di cellule mesenchimali? Perché il mondo scientifico e premi Nobel hanno evidenziato che non esiste alcun metodo Stamina? L'uso compassionevole della terapia è prescritto solo in presenza di idonea documentazione approvata dall'Aifa? È garantita la lavorazione di cellule in laboratori vigilati dall'Aifa? Perché dobbiamo inseguire il popolo dei fax e delle mail?”
 
“Ha ragione – ha aggiunto Barani – la collega del Partito Democratico quando dice che ci sono state sempre inadempienze che hanno portato il Parlamento a riprendere il lavoro su una questione che già il legislatore aveva superato. Perché ci devono essere delle inadempienze che fanno sì che siano i tribunali a decidere a che tipo di terapia un paziente debba sottoporsi? Se la giustizia e i tribunali si occupano delle nostre questioni, soprattutto sanitarie, la sanità è destinata ovviamente a perire”.
 
Prima di concludere il senatore fa un ultimo esempio “sulla terapia Di Bella, su cui ho presentato un atto di sindacato ispettivo: un tribunale l'aveva autorizzata e un altro tribunale, dopo due anni, ha stabilito che chi vi si era sottoposto doveva pagarla a proprie spese e la differenza è 200.000 euro. È per questo che, avendo dei dubbi, voglio in questo momento astenermi, a differenza della volta scorsa, quando effettivamente il testo era migliore”.
22 maggio 2013
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