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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

StopOpg: "Corleone commissario, finalmente una buona notizia"

19 febbraio - "La nomina, da parte del Consiglio dei Ministri, del Commissario unico per il superamento degli OPG è una buona notizia. L’abbiamo sollecitata da mesi e finalmente è arrivata. Non deve essere considerato un atto 'punitivo' verso i comportamenti delle regioni commissariate, quanto piuttosto un sostegno a veri processi di cambiamento nel processo di superamento degli OPG". Ad affermarlo, in una nota, sono i rappresentanti del comitato StopOpg Stefano Cecconi, Vito D’Anza, Giovanna Del Giudice, Patrizio Gonnella e Armando Zappolini.

"Inviamo i nostri auguri e la piena disponibilità a collaborare a Franco Corleone: conosciamo la passione e la competenza con cui ha svolto il suo lavoro di garante dei diritti dei detenuti e delle persone prive della libertà. E va riconosciuto l’impegno e la determinazione con cui il sottosegretario De Filippo ha seguito il processo di superamento degli OPG", proseguono Cecconi, D’Anza, Del Giudice, Gonnella e Zappolini.

Il Comitato StopOpg sottolinea quindi: "Sappiamo che il Commissario deve intervenire per garantire ad ogni internato la dimissione, così da poter chiudere gli OPG 'superstiti' (Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto). Non dimenticando che quello di Castiglione delle Stiviere ha solo cambiato targa 'trasformandosi' da Opg in Rems con oltre 200 internati. Ma il mandato che è stato affidato al Commissario è più ampio, come chiedevamo: riguarda tutto il territorio nazionale, per la piena e corretta applicazione della legge 81/2014, che privilegia decisamente misure di sicurezza alternative alla detenzione con progetti di cura e riabilitazione individuale. E questo è possibile nella stragrande maggioranza dei casi, come indicano le Relazioni al Parlamento. Decisivo perché ciò si realizzi è il ruolo della magistratura e il rapporto di collaborazione con le Regioni e le Asl. Allora il ruolo delle Rems (Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza) - e quindi la detenzione - può e deve diventare residuale rispetto a cure che devono svolgersi nei servizi di salute mentale e socio sanitari del territorio. Servizi che - concludono Cecconi, D’Anza, Del Giudice, Gonnella e Zappolini - vanno sostenuti e ai quali vanno subito assegnate le risorse finanziarie e umane necessarie. Ora possiamo fare un altro passo avanti lungo la strada della legge 180, che decretando la chiusura dei manicomi ha restituito speranza, diritti e dignità a migliaia di persone".
19 febbraio 2016
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