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QS Edizioni - mercoledì 1 maggio 2024

Governo e Parlamento

Segretezza parto per madri in provetta. Palagiano (Idv)”: “Gesto di civiltà e amore per bambini”

immagine 8 novembre - Il primo firmatario dell’emendamento approvato ieri in commissione Affari Sociali della Camera, che stabilisce il diritto per le donne che si sono sottoposte alla Pma di disconoscere il proprio figlio, torna a difendere la sua proposta di modifica. "Così meno bimbi in cassonetto e infanticidi".
"La possibilità, per le donne che fanno ricorso alla procreazione di non riconoscere il figlio, è una doppia garanzia: tutela il più debole, il neonato, e tutela la non discriminazione tra madri che partoriscono dopo una gravidanza naturale e quelle che lo fanno dopo aver fatto ricorso alle tecniche di Pma”. Così Antonio Palagiano, responsabile nazionale sanità di Idv e Capogruppo del partito in Commissione Affari Sociali, torna a commentare l'emendamento approvato ieri che modifica la legge 40 prevedendo la possibilità per le donne che si sono sottoposte alla Pma di disconoscere il proprio figlio.

“La legislazione vigente – prosegue Palagiano - consente ad una donna fecondata naturalmente di partorire in ospedale e di lasciare poi, in un ambiente protetto, il neonato: un dispositivo che il legislatore ha pensato per evitare l’abbandono per strada, in un cassonetto, o peggio, l’infanticidio. Lo stesso principio, a nostro avviso, va esteso anche a chi si è rivolto alla scienza medica per ottenere una gravidanza che non arrivava naturalmente. Con l'emendamento IDV, approvato in XII Commissione, si cancella la discriminazione prevista dal comma 2 dell'art. 9 della legge 40/2004 e si consente anche alle donne sottoposte a PMA di non riconoscere, in casi rarissimi e per sopraggiunte gravi cause, il proprio neonato e di poter essere assistite in ospedale,  lasciando che il proprio bambino venga adeguatamente curato e successivamente assegnato ad una coppia che ne faccia richiesta al Tribunale”.

“La modifica alla legge 40, introdotta attraverso questo tanto discusso emendamento – conclude Palagiano - ha, quindi, il solo scopo di proteggere il bambino, tutelando la libertà di scelta della donna, ma soprattutto, cancella una norma che aveva evidenti finalità punitive”.
 
8 novembre 2012
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