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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Governo e Parlamento

Calì (Smi): “Sì alla candidatura di Bianco, ma necessarie le dimissioni dalla Fnomceo”

immagine 10 gennaio - Il sindacato accoglie con favore l’impegno assunto dal presidente della Fnomceo, "una candidatura prestigiosa e utile per la difesa del Ssn", ma auspica le sue dimissioni per evitare ancora una volta  imbarazzanti confusioni di ruoli, conflitti di interesse
È positivo che ci siano quanti più candidati della professione medica alle prossime elezioni, trasversalmente schierati e in questa ottica è da salutare con favore anche l’impegno assunto dal presidente della Fnomceo Amedeo Bianco. Tuttavia, per evitare, ancora una volta,  imbarazzanti confusioni di ruoli, conflitti di interesse è auspicabile che Bianco rassegni le dimissioni dalla presidenza della Fnomceo per evitare.

È questo l’invito che arriva dal Sindacato medici italiani. Per Salvo Calì, segretario nazionale dello Smi: “Quella di Amedeo Bianco è una candidatura prestigiosa e utile per la difesa del Ssn e per la tutela del lavoro dei medici. Attorno alla sua eventuale elezione e a quella di altri colleghi (trasversalmente candidati), si può costruire un ritrovato protagonismo della categoria, da decenni in crisi”.

No, però, a imbarazzanti conflitti di interesse, ha aggiunto Cali “è opportuno dare l’esempio dimettendosi da una carica istituzionale come la presidenza della Fnomceo. I medici non possono dare la sensazione di voler occupare più poltrone in contemporanea, soprattutto in un’epoca in cui soffia sempre più forte il vento dell’antipolitica e l’insofferenza nei confronti del mondo delle professioni, spesso additato come una casta o una lobby”. 
 
“Il massimo esponente dell’Ordine – ha concluso Calì –  rappresenta, inoltre, tutti i medici qualunque sia il loro orientamento politico. Non sono accettabili, quindi, sovrapposizioni e confusioni di ruoli. Siamo certi che Amedeo Bianco, la cui sensibilità istituzionale è ancorata a indiscutibili valori etici, coglierà questo nostro invito senza ulteriori indugi”.
10 gennaio 2013
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