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QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Governo e Parlamento

La riforma Fazio al microscopio. 4a puntata: le farmacie. Ne parlano Mandelli, Silvestro e Bortone

immagine 6 ottobre - Oltre agli infermieri anche i fisioterapisti potranno concorrere ai nuovi servizi previsti dal riordino delle farmacie, dove si potranno effettuare anche prestazioni strumentali (oltre a quelle analitiche già previste). È quanto prevede l’art. 12 della “riforma” Fazio. Sul futuro delle farmacie Quotidiano Sanità ha raccolto le opinioni di Andrea Mandelli, presidente della Fofi; Annalisa Silvestro, presidente dell’Ipasvi; e Antonio Bortone, presidente Aifi.
Da punto di riferimento per ricevere farmaci, a presidio sanitario che eroga prestazioni infermieristiche e riabilitative da parte dei fisioterapisti. La riforma della farmacia è in atto, protagonista sia di disegni di legge di iniziativa parlamentare che del ddl presentato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ed approvato nelle scorse settimane dal consiglio dei ministri. L’art. 12 della “riforma” Fazio prevede infatti che oltre agli infermieri anche i fisioterapisti possano concorrere ai nuovi servizi previsti dal riordino delle farmacie, dove si potranno effettuare anche prestazioni strumentali (oltre a quelle analitiche già previste).
Sui contenuti dell’articolo Quotidiano Sanità ha raccolto il parere dei presidente delle tre categoria interessate: Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti; Annalisa Silvestro, presidente della Federazione dei Collegi degli infermieri Ipasvi; Antonio Bortone, presidente dell’Aifi, l’Associazione italiana dei fisioterapisti.


Andrea Mandelli, presidente Fofi
Un passo avanti verso la valorizzazione del ruolo del farmacista nel sistema
Siamo molto soddisfatti della norma inserita nel ddl che chiarisce come le farmacie potranno avvalersi, oltre che di personale infermieristico, anche di fisioterapisti e potranno effettuare sia prestazioni “analitiche” che prestazioni “strumentali”.
È la conferma di quanto la nostra proposta, formulata ormai quasi sei anni fa, fosse davvero lungimirante e coraggiosa, valorizzando il ruolo del farmacista secondo le complessive necessità del sistema sanitario. Il dato di fatto è che l’invecchiamento della popolazione, da una parte, e il continuo sviluppo  del farmaco, dall’altra, impongono, di fatto, di guardare in modo nuovo anche alla figura del farmacista, il professionista della salute più vicino al pubblico.
Anche grazie al gradimento che il farmacista ha tra la gente, egli potrebbe, con poche spese, dare molte risposte a questa grande platea che va assistita ma per la quale abbiamo poche risorse. Un contributo importante a garantire l’economia e la sostenibilità del sistema sanitario, riducendo ricoveri spesso inutili e riservandoli invece alle situazioni di acuzie e agli interventi di eccellenza.
E.A.

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Annalisa Silvestro, presidente Ipasvi
Valorizzare l’autonoma operatività degli infermieri
Giudico positivamente l’inserimento di questa norma nel ddl, poiché va nella direzione del superamento dello stereotipo secondo cui gli infermieri “esistono” solo in ambito ospedaliero.
Mi auguro che sia una sorta di anticipazione rispetto ai contenuti dei decreti attuativi sui nuovi servizi in farmacia, che dovrebbero essere inviati nei prossimi giorni alla Conferenza Stato-Regioni.
Spero anche che in quella sede si trovi il modo di dare pieno respiro alle potenzialità della presenza dell’infermiere in farmacia, malgrado le molte resistenze provenienti dagli ambienti medici.
Già oggi, come tutti sanno, c’è una vasta gamma di attività che vengono svolte senza prescrizione e con autonomia dagli infermieri e sarebbe utile al servizio sanitario ampliare la tipologia di quelle svolgibili dagli infermieri in farmacia senza prescrizione medica.
Gli infermieri sono assolutamente in grado di valutare quali prestazioni possono essere effettuate, in sicurezza, in farmacia. Ampliando la loro autonoma possibilità operativa, si darebbe un positivo e auspicato segnale all’innovazione e ampliamento dei servizi ai cittadini delineata in maniera sinergica dal Ministro della Salute, dalla Federazione degli Infermieri e dalla Federazione dei Farmacisti.
E.A.

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Antonio Bortone, presidente Aifi-Associazione italiana fisioterapisti
Riforma di grande valore, ma solo fermando la deriva commerciale delle farmacie
Il ddl Fazio ci trova favorevoli su diversi punti. A partire dall’individuazione, all’interno della farmacia, di un livello operativo per prestazioni di fisioterapia in convenzione da affiancare a quelle offerte dalle strutture ospedaliere e dagli ambulatoriali già esistenti. Questo permetterà sicuramente un accesso più semplice alle prestazioni, perché la farmacia è il presidio sanitario più capillare nel Paese, presente anche nei paesi più piccoli. Fare ricorso alla fisioterapia diventerà più semplice anche per le persone non autosufficienti e non autonome, e per gli anziani. Un’organizzazione dei servizi che va sicuramente incontro a un processo di riforma della sanità che si sposta sempre più sul territorio e sull’assistenza domiciliare.
Si apre un setting operativo interdisciplinare dove farmacisti, infermieri, operatori sociosanitari e fisioterapisti entrano in sinergia e rendono realmente la farmacia un presidio sanitario, mentre oggi l’immagine che se ne ha è spesso quella dell’esercizio commerciale.
L’unica perplessità che abbiamo sta nel rischio di una deriva etica, cioè la possibilità che la farmacia si lasci andare a una logica di libero mercato, favorendo prestazioni in regime privato  piuttosto che ottemperando al principio espresso dal ddl, cioè quello di creare una gamma di servizi in convenzione con il Servizio sanitario nazionale e regionale. Se questo avvenisse, non solo la farmacia non si scrollerebbe di dosso quel connotato commerciale che già oggi mette in ombra il valore professionale di questi presidi, ma innescherebbe una selvaggia concorrenza tra le farmacie e gli ambulatori dei fisioterapisti, tradendo il ruolo di coordinamento che la riforma sta affidando ai farmacisti e trasformando tutto in un’azione speculativa.
Mi auguro, quindi, che il decreto applicativo resti fedeli ai principi che hanno ispirato il ddl Fazio.
L.C.
 
6 ottobre 2010
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